Ernesto Alecci risponde alle dichiarazioni di Occhiuto in merito alla depurazione e alle restrizioni per gli autospurgo

Anna Franchino

La depurazione delle acque e la tutela del mare sono certamente alcuni dei temi più importanti per la nostra regione. Qualche giorno fa il Presidente Occhiuto, attraverso una video-notizia, ha annunciato che quest’anno, cito testualmente, ci sarà “tolleranza zero per gli autospurgo”, che, a suo dire, dopo aver prelevato i fanghi e riempito le autobotti, ne svuotano il contenuto nei torrenti in maniera illecita, inquinando il mare e provocando addirittura delle piene nei torrenti stessi, anche durante i mesi estivi di siccità. Queste dichiarazioni mi hanno fatto molto riflettere. Infatti, se da un lato non posso che essere totalmente d’accordo con il Presidente riguardo la volontà di fare sempre il massimo nel campo della “buona” depurazione e della tutela del nostro splendido mare, dall’altro reputo necessario operare dei “distinguo” e valutare le cose con una maggiore profondità. Innanzitutto, vorrei ricordare al Presidente Occhiuto che ci sono ancora oggi diversi Comuni che scaricano a cielo aperto o che sono “sotto infrazione”, e aspettano le risorse per poter adeguare i loro depuratori. Finanziamenti che stanno giungendo molto a rilento e che sono stato oggetto di una mia specifica interrogazione, cui purtroppo non è seguita una risposta convincente da parte degli uffici preposti. In secondo luogo, riguardo il divieto di circolazione degli autospurgo durante le ore notturne, vorrei precisare che questo tipo di soluzione non è una novità, poiché sono decenni che in Calabria le prefetture tentano di ridurre gli illeciti e gli scarichi abusivi attraverso l’emanazione di queste ordinanze restrittive. Ma al di là della valutazione dell’impatto reale di tali ordinanze, io sono convinto che in una regione a vocazione turistica come la nostra questo tipo di soluzioni rischiano, addirittura, di essere controproducenti. Mi riferisco ai ritardi e ai disagi che potrebbe creare la lunga procedura per l’autorizzazione ad un pronto intervento d’emergenza di un autospurgo per sanare una problematica urgente in un villaggio turistico, durante una festa comunale o durante un evento privato in orari serali. Probabilmente il via libera all’intervento arriverebbe quando un’eventuale fuoriuscita fognaria o altre problematiche hanno rovinato l’evento. E allora reputo certamente più efficiente ed efficace la ricerca di una soluzione più innovativa, con l’attivazione di una app o di un sistema satellitare sui mezzi, in modo da tracciarne puntualmente tutti i movimenti, evitando possibili soste per lo scarico abusivo. Ciò certamente creerebbe un clima di collaborazione con gli operatori del settore senza criminalizzare a priori chi da tanti anni svolge in maniera onesta questo lavoro fondamentale per turisti e residenti. Per quanto riguarda, infine, l’associazione tra gli scarichi degli autospurgo e le piene estive dei torrenti, occorre essere realisti: per dare vita ad una piena in un torrente di media portata, centinaia o migliaia di autospurgo dovrebbero scaricare i loro fanghi simultaneamente nello stesso punto. Non bisogna essere ingegneri idraulici per capire come ciò sia assolutamente inverosimile. E’ come se il Presidente del Veneto Luca Zaia dichiarasse che il problema dell’acqua alta a Venezia è dovuto ai bambini che fanno la pipì in laguna. Come detto, le battaglie per un mare più pulito e per una Calabria più accogliente sono certamente di primaria importanza, ma, a mio avviso, bisogna procedere con un comportamento più aperto e collaborativo, senza eccedere in spettacolarizzazioni o in atteggiamenti troppo punitivi per determinate categorie.

 

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