Guccione: “l’inchiesta sull’Asp di Catanzaro conferma quello che ho denunciato più volte in questi anni”

Anna Franchino

Siamo sempre stati garantisti e lo saremo anche stavolta, ma non possiamo non sottolineare che quanto emerge dall’inchiesta della Guardia di finanza sull’Asp di Catanzaro conferma quello che ho denunciato più volte in questi anni: esiste un sistema ormai consolidato di doppi e tripli pagamenti di una stessa fattura, cessioni di credito, interessi di mora e spese legali, che ha permesso la distrazione di importanti risorse sanitarie e aggravato la già precaria situazione del debito sanitario calabrese. Il Nucleo di polizia economica e finanziaria della Guardia di finanza ha accertato pagamenti non dovuti o duplicati per un importo di oltre 17 milioni di euro. Milioni sborsati dall’Asp di Catanzaro dal 2014 al 2016. Un meccanismo che ancora, purtroppo, non è stato debellato. Mentre a Reggio Calabria dal 2005 al 2013 non vi è traccia della contabilità economico-finanziaria dell’Asp di Reggio Calabria, a Cosenza la situazione rimane pressoché inalterata. Attraverso interrogazioni e denunce, che hanno trovato poi ulteriori conferme anche da quanto sostenuto dalla Corte dei Conti, ho lanciato l’allarme sul “disordine organizzato” creatosi all’Asp di Cosenza. Centinaia di milioni di euro finalizzati a garantire i Livelli essenziali di assistenza e le cure dei cittadini, sono stati utilizzati per pagare interessi di mora, spese legali e pagamenti doppi, o addirittura tripli, di una stessa fattura. Sono sparite fatture per 12 milioni di euro, oltre 450 sono le vertenze giudiziarie in corso, è in essere un contenzioso che ormai arriva a un miliardo di euro. A danno dei cittadini hanno continuato a far salire i debiti contando su una totale mancanza di controlli e l’assenza di un sistema informatico che avrebbe dovuto garantire trasparenza ed efficienza. Nel frattempo, sono emerse cessioni di credito e ingiunzioni di pagamento a società di factoring con sede a Milano. E non esiste nemmeno una fattura ad attestare questi presunti debiti. La Corte dei Conti attestò che l’Asp “non è in grado di identificare con certezza la matrice sulla cui base i pagamenti vengono liquidati, questa situazione espone la stessa al rischio di remunerare più di una volta lo stesso importo per il medesimo debito”. La situazione, purtroppo, non è mutata. Non è stata ancora fatta luce su questo sistema consolidato, nonostante le numerose denunce e gli esposti presentati in Procura. Nel 2016 l’ex Commissario per l’attuazione del Piano di Rientro, Massimo Scura, presentò un esposto alla Procura sulle vicende del contenzioso dell’Asp di Cosenza su fatti circostanziati. Ad oggi né la Regione, né il commissario ad acta hanno fatto qualcosa, ci auguriamo che il nuovo presidente, Roberto Occhiuto, sia in grado di spezzare questo sistema che ha dilapidato milioni di risorse che dovevano essere destinate alle cure dei cittadini.

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