Guccione (Pd), servono risorse per riforma servizi sociali

Isabella Roccamo

“Non ho dubbi sulla necessità che in Calabria vada fatta una vera e propria Riforma dei servizi sociali. In questi anni mi sono battuto per fare in modo che la Calabria potesse avere un Riforma del welfare seria ed efficiente ma senza un’adeguata copertura finanziata, senza l’integrazione tra servizi sociali e sanitari non andiamo da nessuna parte. Bisogna innanzitutto risolvere queste due questioni. In questi anni non sono state stanziate maggiori risorse, mentre sono aumentate le strutture accreditate: 43 milioni sono stati stanziati nel 2019, la stessa cifra è rimasta invariata anche per il 2020 e il 2021. E in questo ultimo Bilancio, approvato ieri in Consiglio regionale, non c’è un euro in più per i servizi sociali”. È quanto ha affermato il consigliere regionale del Partito Democratico, Carlo Guccione, nel corso del Consiglio regionale di ieri in merito al punto all’ordine del giorno sull’approvazione del Piano sociale regionale 2020-2022, proposto dalla Giunta.
“Alla fine della passata legislatura avevamo concordato e approvato in Commissione sanità un emendamento, a firma anche dei colleghi Michelangelo Mirabello, Giuseppe Giudiceandrea, Giuseppe Pedà, Gianluca Gallo, decidendo di aumentare di almeno 20 milioni di euro la dotazione del capitolo dei servizi sociali. Il Bilancio, poi, non fu approvato. Oggi, a parti inverse, ci saremmo aspettati dagli esponenti che oggi siedono sugli scranni della maggioranza e da chi adesso è assessore e con cui avevamo sottoscritto l’emendamento, una maggiore coerenza. Ma la coerenza – sottolinea il consigliere Guccione – non è da tutti e non sono state predisposte ulteriori risorse. La Calabria, nel frattempo, continua ad assestarsi all’ultimo posto per la spesa sociale pro capite più bassa d’Italia. Senza fondi rischiamo di fare un vero e proprio flop e le strutture accreditate e autorizzate al finanziamento, in queste condizioni e con l’emergenza Covid in atto, non possono svolgere le loro funzioni. Rischiamo la paralisi – conclude Carlo Guccione – dei servizi socioassistenziali calabresi proprio in un momento storico in cui i bisogni sono aumentati, così come le diseguaglianze. Ma all’aumento delle risorse deve essere consequenziale la questione dell’integrazione socio-sanitaria che eviterebbe anche prestazioni che si sovrappongono tra il livello sanitario e socio-assistenziale”.

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