Veri elettori o semplici spettatori? Il dilemma ci assale. Vista la legge elettorale con cui andremo al voto il prossimo 25 settembre. La questione non è proprio di lana caprina. L’attuale legge è per due terzi basata sul sistema proporzionale, con i collegi plurinominali, e per un terzo sul maggioritario, col collegio uninominale. Dopo la riforma del 2020, ci saranno quindi alla Camera 245 seggi assegnati col proporzionale, mentre altri 147, e gli 8 seggi all’estero, sono assegnati con l’uninominale. Al Senato, sono 122 i seggi del proporzionale e 74, più 4 all’estero, quelli dell’uninominale. Ora: il sistema uninominale implica che chi arriva primo in un collegio ottiene il seggio. Le possibilità di farcela sono quindi legate anche al sostegno di quanti più partiti possibile. Ed è per questo che una coalizione ampia ha più probabilità di eleggere il suo candidato rispetto a singoli partiti che corrono da soli.
C’è anche da precisare che non c’è il voto disgiunto e quindi non si può votare un candidato in un collegio uninominale e un partito diverso nella quota proporzionale. E forse questo creerà qualche difficoltà. Sorvolando su come si vota praticamente, sottolineiamo però che la lista plurinominale è bloccata, senza possibilità di esprimere preferenze. Di conseguenza, i candidati vengono eletti nell’ordine i cui sono presentati. Ordine deciso a monte, dai partiti. Insomma, l’elettore mette solo una croce. Non può scegliere altro. I seggi poi scatteranno secondo il numero dei voti, purché la lista superi la soglia del 3% a livello nazionale.
Altre “curiosità”, chiamiamole così: ogni candidato può presentarsi in un solo collegio uninominale ma può essere presente in 5 collegi plurinominali, al massimo. Se eletto, prenderà il seggio dell’uninominale. Ma se eletto in più collegi proporzionali è considerato eletto dove la lista è andata peggio in percentuale. Tutto chiaro? Insomma… ma questa è la legge elettorale! Un’ultima cosa: al Senato quest’anno voteranno anche i maggiori di 18 anni. E’ la prima volta che accade.