In questi primi mesi dall’insediamento del Governo regionale ad oggi, abbiamo chiesto e atteso risposte che purtroppo tardano ancora ad arrivare.La nostra sanità territoriale si impoverisce, ogni giorno di più, perdendo pezzi importanti, medici, reparti, entusiasmo professionale, elementi necessari a supporto di un’assistenza sanitaria qualificata nei presidi ospedalieri esistenti. La sanità pubblica in Calabria non può essere sottomessa a logiche di mercato, anteponendo la sistemazione dei bilanci che oltretutto fanno acqua da tutte le parti, ai diritti dei cittadini.I nostri ospedali come pure i servizi di medicina territoriale nella Piana attraversano una situazione davvero difficilissima. Si soffre per la carenza di personale. Si soffre per le strutture inadeguate. Si soffre per la diagnostica non rinnovata. Soffrono gli utenti che, in alcuni casi, non sanno più a chi rivolgersi per poter ricevere assistenza e spesso emigrano con costi raddoppiati in un momento dove ammalarsi sta diventando un lusso.Le lavoratrici ed i lavoratori della sanità territoriale sono esausti e di conseguenza ogni disfunzione si riverbera su tutti cittadini che pure avrebbero il diritto a curarsi e ad essere assistiti dignitosamente. In assenza di risposte chiare e tempestive, urge mobilitarsi a tutela del diritto alla salute dei cittadini della Piana. Promuoviamo un sit-in di protesta sabato 18 giugno alle ore 9 davanti agli ingressi dell’ospedale di Polistena per ribadire un secco NO alla chiusura dei reparti che silenziosamente si stanno spegnendo. Dalla cardiologia alla rianimazione, dalla ortopedia alla psichiatria, gli organici sono ormai ridotti all’osso, con il rischio concreto di vedere bloccati gli interventi chirurgici dal primo luglio per mancanza di anestesisti.Neanche il territorio riesce più a fare da cuscinetto rispetto agli ospedali, la dialisi a Taurianova non accoglie più persone dializzate. Il SUEM 118 non ha autisti. I consultori familiari chiudono.Le nuove assunzioni non arrivano e la sostituzione del personale in quiescenza dell’ASP si risolve “comodamente” con la riduzione dei servizi. Tutto questo non è accettabile!Non ci rassegniamo ad assistere allo smantellamento della sanità pubblica nella Piana ed alla demolizione dell’ospedale di Polistena che ancora resiste solo grazie allo sforzo, a volte spericolato, di operatori e sanitari in prima linea.Il diritto alla salute deve essere garantito da chi ha responsabilità in tal senso e chiediamo al Presidente della Regione e Commissario alla Sanità, nonché al nuovo Commissario dell’ASP una inversione di rotta che assicuri trasparenza, diligenza, onestà delle scelte e soprattutto servizi ai cittadini.