“Il Consigliere Regionale Domenico Tallini ci ha dato mandato, quali suoi legali, di rivolgerci alla Magistratura allo scopo di perseguire penalmente coloro che da mesi lo diffamano gratuitamente e lo infangano su talune testate giornalistiche scandalistiche, su trasmissioni televisive o sui social”. Lo rende noto l’avv. Valerio Zimatore.
“Tale azione di delegittimazione, che appare orchestrata da un’unica regia, – si legge in una nota – sta proseguendo anche dopo la decisione del Tribunale del Riesame che ha annullato l’ordinanza del GIP con cui erano stati disposti gli arresti domiciliari per il Presidente del Consiglio Regionale Domenico Tallini. Occorrerà chiarire chi e perché ha interesse a diffamarlo, quando sappiamo che Tallini è stato ingiustamente tratto in arresto e costretto a dimettersi dal ruolo che la democrazia gli aveva consegnato di Presidente del Consiglio Regionale. Oggi qualcuno continua ad attaccarlo, nascondendosi dietro il simulacro di una presunta e sedicente professionalità giornalistica, utilizzata come strumento fasullo e come pretesto, non per soddisfare l’interesse alla corretta informazione, ma piuttosto per manipolare i fatti e suggestionare l’opinione pubblica”.
Secondo quanto scrive l’avv. Zimatore “Abbiamo sufficienti prove e documentazioni per affermare che la campagna denigratoria in atto è ispirata da una serie di ambienti pseudo-giornalistici e politici che hanno interessi inconfessabili e non certo nobili che evidentemente trovano nel Tallini un ostacolo da eliminare ad ogni costo. E’ estremamente grave che questa opera di denigrazione sia stata portata avanti con cinismo anche nei giorni in cui il Tribunale del Riesame si era ritirato per decidere”.
Concludendo l’avv. Zimatore sottolinea: “Ci sono le condizioni perché la Magistratura appuri le ragioni che hanno portato soggetti diversi, conduttori televisivi imparentati con personaggi politici, ex assessori e consiglieri comunali in cerca di rivalsa, ambienti dell’antipolitica parlamentare, a convergere in una vergognosa opera diffamatoria, di cui saranno chiamati a rispondere penalmente”.