Roberto Occhiuto faccia autocritica anziché attaccare chi legittimamente difende i cittadini e la sanità calabrese. Nella sua risposta il Presidente della Regione Calabria non smentisce la notizia sull’accordo raggiunto con il regime cubano che prevede una trattenuta sullo stipendio di 500 medici e infermieri. Per noi il fatto che questi percepiscano 1.200 euro mentre il resto – 3.500 euro – vada nelle casse dello Stato cubano è sfruttamento. Per Occhiuto invece? Aspettiamo di capire se ritiene questo compenso congruo e quindi se per lui è tutto normale. Occhiuto ignora, inoltre, che è compito del parlamentare europeo quello di rappresentare gli interessi dei cittadini nel processo legislativo europeo. Poiché l’accordo-quadro da lui siglato con il governo di Cuba contraddice in maniera inconfutabile le indicazioni espresse da alcune risoluzioni europee, è mio dovere segnalarle sia alla Regione che lui presiede sia a tutti i cittadini calabresi che io rappresento a Bruxelles. Non a caso la lettera inviata a Occhiuto è stata sottoscritta anche da altri tre europarlamentari spagnoli, uno dei quali del gruppo PPE, lo stesso di Forza Italia. Fuoco amico? No, voglia di giustizia, quella che il governatore non conosce. Infine, per quanto riguarda le libertà di questi medici chiediamo a Occhiuto di approfondire meglio la legge del Governo cubano che regolamenta l’attività lavorativa dei suoi cittadini all’estero. Questi sono infatti soggetti a una serie di regole governative che limitano la loro libertà individuale. Impiegare medici cubani negli ospedali calabresi è l’ennesima soluzione tampone che nulla andrebbe a risolvere. Non a caso anche l’Ordini dei Medici ha espresso dubbi sulla garanzia di un’assistenza sanitaria riguardante professionisti stranieri che per esercitare in Italia dovrebbero passare attraverso severe procedure di verifica e riconoscimento di titoli e conoscenza della lingua. Occhiuto faccia mea culpa e rimedi ai suoi disastri” così l’eurodeputata Laura Ferrara in risposta alla replica del Presidente Roberto Occhiuto.