‘Ndrangheta, Morra: “quadro preoccupante, società reagisca”

Anna Franchino

“Noi veniamo a Reggio dopo essere stati a Catanzaro, a Vibo, a Cosenza e a Crotone. Questa è la fase conclusiva di una visita ispettiva che ingloba l’intera Regione Calabria”. Lo ha detto il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra durante il primo punto stampa organizzato a margine delle audizioni che si stanno tenendo in prefettura a Reggio Calabria. Stamattina sono stati sentiti i vertici delle forze dell’ordine e il prefetto Massimo Mariani. “La ‘Ndrangheta – ha spiegato Morra – si sa che è l’organizzazione criminale di stampo mafioso più importante del Paese, d’Europa e, finanziariamente, tra le più importanti del mondo pertanto era necessario venire qui il più presto possibile. Qui c’è la casa madre della ‘Ndrangheta, qui c’è il Crimine, quindi ci stiamo confrontando con le istituzioni che sono impegnate a combattere sul territorio la ‘Ndrangheta nella speranza che anche la società civile e le comunità che insistono nella provincia di Reggio di Reggio Calabria prendano coscienza che o si combatte o si sarà sconfitti. Questa è una realtà, il reddito procapite è tra i più bassi d’Europa ma dove c’è una concentrazione di ricchezza finanziaria inimmaginabile. Evidentemente c’è un rapporto inversamente proporzionale fra la ricchezza distribuita tra i cittadini e la ricchezza concentrata nelle mani della criminalità organizzata. Oggi è emerso un quadro, dal punto di vista delle operazioni, molto ricco e molto fitto. Un quadro che ha dimostrato come i calabresi dovrebbero prendere coscienza della necessità di combattere la ‘Ndrangheta. Faccio riferimento per esempio all’operazione ‘Mala pigna’ che ha dimostrato come il nostro territorio venga considerato una discarica per seppellire materiali inquietanti che provengono da altri circuiti produttivi e che qui vengono interrati come se nulla contasse la salute dei calabresi”. “Il quadro – ha concluso Morra – è molto preoccupante. Qui c’è un’emergenza che troppe volte lo Stato ha sottovalutato. Pertanto dopo decenni di dimenticanze, mi verrebbe da pensare volute, allora ci si scopre con un arretrato importante non tanto in termini di fascicoli o procedimenti quanto di attività di indagine da promuovere. Questo è un territorio che per decenni è stato abbandonato al controllo da parte della criminalità organizzata ‘ndranghetista. Evidentemente qui lo Stato è rappresentato dalle strutture di ‘ndrangheta”.

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