“Analizzando la documentazione sulla questione del Nuovo Ospedale di Cosenza (diventato Nuovo Ospedale del Comprensorio Cosentino dopo la sconfitta al referendum sulla Città Unica), emerge un quadro controverso circa la sua localizzazione. È fatto noto, ormai, che lo studio adottato nel Piano di Rientro dell’agosto 2023 è stato soppiantato a gennaio 2025 da un nuovo Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DocFAP). Altrettanto noto è che questi avvenimenti hanno avuto come risultato lo “scippo” del nuovo ospedale da Vaglio Lise in favore di Arcavacata. A rendere possibile questo cambio di rotta ci ha pensato, ad ottobre 2024, l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, pubblicando un Piano “Stralcio” che modifica il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) e introducendo nuove mappe di pericolosità che stravolgono gli indicatori di rischio utilizzati negli studi di fattibilità. Queste nuove mappe vengono tempestivamente utilizzate nel DocFAP che finisce così per individuare Arcavacata di Rende come sito “nettamente migliore”, escludendo Vaglio Lise. Come diretta conseguenza il Comune di Cosenza, con delibera di Giunta del febbraio 2025, impugna il decreto della Regione. Il Comune lamenta, in breve, la violazione del principio di leale collaborazione, la presenza di contraddizioni nel DocFAP e, con l’invalidazione del piano di progetto originale del 2017, la perdita di una struttura sanitaria in città, dato che il progetto originario prevedeva anche la trasformazione dell’Annunziata in “Cittadella della Salute”. L’opzione Vaglio Lise era stata inizialmente considerata ottimale per accessibilità, topografia pianeggiante, allineamento con il PSC comunale, integrazione urbana, minor costo e, udite udite, assenza di rischio idrogeologico. Siamo arrivati al punto della questione: è significativo che le modifiche delle classi di rischio nel nuovo PAI, che portano Vaglio Lise a “rischio massimo”, non siano accompagnate da aggiornamenti nei dati che periodicamente vengono rilevati dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Gli ultimi rilievi del 2020/2021 riportano gli stessi valori del 2017. Questa discrepanza solleva questioni importanti. Ci chiediamo perché, in assenza di nuovi studi o eventi calamitosi, aggiornare le classi di rischio? Ci chiediamo anche se la tempistica sia fortuita: a febbraio 2024 viene ripetuta la procedura per l’individuazione del sito, a ottobre 2024 arriva il nuovo PAI che cambia le classi di rischio e a dicembre 2024 viene consegnato il DocFAP che esclude, anzi “scarica”, Vaglio Lise una volta per tutte. Perché, infine, contrariamente al Piano di Progetto del 2017, il DocFAP del 2024 non è stato reso pubblico? Se l’aggiornamento non è motivato da nuovi dati scientifici, le spiegazioni possibili alla modifica delle classi di rischio possono andare dal semplice adeguamento normativo fino alla strumentalizzazione del processo per escludere determinate opzioni localizzative. Chi può dirlo? Ma, quale che sia il motivo, lo scenario attuale apre la strada a contestazioni tecniche e giuridiche: la riclassificazione può sempre essere contestata come sproporzionata e priva di giustificazione tecnica, configurando un difetto di motivazione o addirittura un eccesso di potere. La questione investe aspetti di trasparenza amministrativa e corretta applicazione dei principi di buon andamento. È urgente chiarire fino a che punto la “politica” debba spingersi per influenzare decisioni strategiche. La costruzione del nuovo ospedale e della Cittadella della Salute rappresentano un’opportunità significativa per migliorare l’assistenza sanitaria e implicano investimenti ingenti: 349 milioni di euro, per il nuovo ospedale e 45 milioni di euro per la Cittadella. Ma le istituzioni regionali preferiscono nascondersi dietro una trama opaca, ordita ad arte, che crea un labirinto burocratico che ha una e una sola uscita. Il ricorso del Comune di Cosenza ci appare come l’estremo tentativo di riportare trasparenza in un processo decisionale che sta dilatando i tempi di realizzazione di un’opera vitale per il diritto alla salute, che resta così sospeso tra studi, decreti e stralci. Il gioco delle tre carte. “
Nuovo Ospedale Cosenza, M5S: “il gioco delle tre carte sulla sanità”
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