“A distanza di vent’anni dalla legge nazionale 328/2000 per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, ancora ad oggi in Calabria non vi è traccia di attuazione. Non basta dire genericamente ‘la legge si farà’ e poi non mettere in campo gli impegni che sono stati presi anche nel corso dell’ultimo incontro, tenutosi a Cosenza lo scorso 8 aprile, e organizzato dal Partito democratico alla presenza dell’assessore al Lavoro e Welfare, Angela Robbe”. E’ quanto afferma, in un comunicato, il consigliere regionale Carlo Guccione. “Abbiamo avuto modo – prosegue Guccione – di leggere una bozza di regolamento sulle procedure di autorizzazione e di accreditamento delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale, socio assistenziali, dei servizi domiciliari, territoriali e di prossimità. Ad esempio, nella nota sulla determinazione dei costi, la tabella in riferimento al costo del personale fa evincere che è stata effettuata una media dei costi tra i diversi contratti da applicare ai lavoratori e alle lavoratrici del settore, ma è evidente e ci auguriamo sia sfuggito il fatto che quella media non tiene conto degli oneri previdenziali e di tutti gli altri oneri obbligatori per contratto. Se si dovesse applicare questa tabella la Regione giustificherebbe praticamente il ricorso al lavoro nero”. “Non c’è traccia – sostiene ancora il consigliere regionale – della necessaria, e ormai ineludibile, questione dell’integrazione socio-sanitaria: a testimoniarlo il fatto che gli ambiti costituiti dal regolamento non coincidono con i distretti sanitari.Non risulta, tra l’altro, che il Dipartimento salute abbia partecipato alla stesura del regolamento ai fini di prevedere la costituzione di un sistema integrato. Non dimentichiamo che la legge 23/2003 prevede tassativamente che gli ambiti territoriali coincidano con i distretti sanitari: infatti il legislatore con questa norma ha voluto sottolineare la necessità di costituire un sistema integrato dei servizi sociali e sanitari. Ora bisogna evitare la precarietà e la non tutela dell’utente nello stato di bisogno. E la programmazione deve essere alla base della costituzione del nuovo welfare, con un altro Piano regionale visto che l’ultimo risale al triennio 2006-2009. Un Piano vecchio almeno di dieci anni. Nel frattempo, sono profondamente cambiate le condizioni economiche e sociali, così come si è registrata una tendenza elevata all’invecchiamento della popolazione calabrese, con nascite zero e con l’aumento della povertà”. A giudizio di Guccione “non si può prescindere da tutto ciò, anche perché diventerebbe difficile programmare i Piani di zona senza uno strumento aggiornato. Non c’è dubbio che servono maggiori risorse visto che la Regione per le politiche sociali spende solo 25 euro pro capite per cittadino, contro una media nazionale di oltre 120 euro pro capite. La Riforma va attuata, ma va anche fatta bene. Questo è un impegno che ci siamo presi nel corso dell’ultimo incontro a Cosenza alla presenza dell’assessore Angela Robbe, del presidente della Terza Commissione regionale Michele Mirabello, e del capogruppo del Pd Sebi Romeo. Gli impegni vanno mantenuti e rispettati. Mi auguro che su questa tematica si possa fare un lavoro comune”.
Regione, Guccione: “ancora inattuata legge sui servizi sociali”
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