«A leggere le note istituzionali della Regione Calabria degli ultimi giorni sembrerebbe che l’emergenza rifiuti può essere derubricata ad un ricordo del passato. Così non è, non ci sono all’orizzonte soluzioni strutturali per come ci aspettavamo e per come indicato dall’Unione europea, piuttosto le solite soluzioni tampone che nulla o quasi risolvono». L’eurodeputata Laura Ferrara dà conto della risposta della Commissione europea alla sua ultima interrogazione sull’aggiornamento del piano regionale rifiuti della Calabria. «La Commissione non ha ricevuto il piano regionale di gestione dei rifiuti aggiornato della Calabria. Questo vuol dire che sino al 29 marzo, data in cui mi è stata notificata la risposta, non risulta che la Regione Calabria abbia effettivamente adottato i piani di gestione dei rifiuti riveduti in linea con le prescrizioni della direttiva quadro sui rifiuti. Tale inadempienza, così come precisa la stessa Commissione, pone il rischio dell’avvio di una procedura d’infrazione, l’ennesima per l’Italia in materia di gestione dei rifiuti e delle discariche in conformità alle direttive europee. Mi rendo conto che il potenziamento dell’inceneritore di Gioia Tauro risponde ad una emergenza contingente: l’impossibilità di smaltire in altro modo i rifiuti vista l’annosa e mai risolta carenza di impianti pubblici, ma è anche vero che non si può pensare di gestire e smaltire i nostri rifiuti con impianti inquinanti come inceneritori/termovalorizzatori e tantomeno con ampliamenti di discariche private. Non può essere e non deve essere questa la risposta nell’era del green new deal. La Direttiva 2018/851, in particolare nell’articolo disciplinante la gerarchia dei rifiuti, in linea con la Strategia Rifiuti Zero, pone soltanto all’ultimo posto della gerarchia il conferimento dei rifiuti in discarica. Tale direttiva stabilisce nuovi obblighi riguardanti, tra l’altro, la prevenzione dei rifiuti, la raccolta differenziata, obiettivi di riciclaggio più ambiziosi e un obiettivo di riduzione del numero di discariche. Così come nelle recenti linee guida pubblicate dalla Commissione europea sull’interpretazione del principio “non arrecare danno significativo all’ambiente”, la Commissione sostiene che l’incenerimento dei rifiuti non pericolosi debba considerarsi un’attività che arreca un danno e quindi deve essere assolutamente limitata a casi specifici e chiaramente disciplinati. Ad ulteriore conferma di ciò vi è il fatto che gli ampliamenti dei termovalorizzatori non potranno essere finanziati tramite Pnrr, da qui se ne ricava un generale orientamento negativo a livello europeo. Una solida pianificazione della gestione dei rifiuti costituisce una pietra angolare della legislazione dell’Unione in materia oltre a rappresentare un passaggio chiave nel processo di transizione verso un’economia circolare. Non mi pare sia questa la strada che vorrebbe intraprendere la Giunta regionale calabrese. È necessaria una spinta coraggiosa e responsabile verso la differenziata decisamente carente in ampie aree della nostra regione. La Calabria deve ancora raggiungere la percentuale del 65%, obiettivo che la legislazione ambientale dispone fosse raggiunto nel 2012. La nostra regione deve certamente diventare autonoma nella gestione dei suoi rifiuti ma lo deve fare perseguendo obiettivi ambiziosi di transizione ecologica e non tornando indietro di decenni» conclude Laura Ferrara.