Sanità, Corrado(M5S): “nessuna pecca opere viabilità ospedale Vibo”

Anna Franchino


“Le pratiche per dotare Vibo Valentia di un nuovo ospedale sono iniziate alla fine degli anni Novanta del secolo scorso ma ancora non se ne viene a capo. Nel merito, l’esecuzione delle opere complementari idrauliche e stradali, avviata a fine 2018, ha subito uno stop, la settimana scorsa, a causa del sequestro preventivo del cantiere da parte della Guardia di Finanza. I reati contestati, l’uno accertato e l’altro presunto, sono abbandono incontrollato di materiali inerti e danni al patrimonio storico-archeologico”. Lo afferma, in una nota, la senatrice Margherita Corrado, del M5s. “Com’è ovvio, l’episodio ha avuto grande risonanza mediatica e molti mi hanno contattata – prosegue la parlamentare – per chiedermi un commento, sia in qualità di archeologa con esperienza ventennale in tutta la Calabria (Vibo compresa), sia, soprattutto, come componente della commissione ‘Cultura’ del Senato ed esponente del gruppo politico che esprime il Ministro in carica. Ho preferito tacere, nell’immediato, perché ancora non avevo contezza di tutta documentazione relativa all’intervento in corso, né mi era stato possibile visitare il cantiere, nonostante che nei mesi scorsi mi fossero stati inviati atti e fossi stata sollecitata a compiere un sopralluogo. A quello mi sono sottratta per mancanza di tempo, confidando tuttavia nel dato esperienziale della serietà del funzionario di zona della Soprintendenza, unita alla certezza dell’attenzione costante della Direzione romana per le vicende calabresi, sempre intricate e spesso controverse. Supponevo, perciò, che l’iter amministrativo fosse esente da pecche, per quanto attiene alle competenze del Ministero Beni e Attività Culturali. Continuo a pensarlo, e mi sento ora di dichiararlo apertamente, dopo avere acquisito e valutato, da tecnico del settore, gli elementi sostanziali del caso, gli stessi che, verosimilmente, il Ministro utilizzerà per rispondere all’interrogazione parlamentare pendente”. Per Corrado “i militi sono stati infatti messi in allarme (e forse in certa misura fuorviati, quanto alla contestazione del reato ex art. 181 del D.Lgs. 42/2004) dall’interrogazione che, stante il vincolo inibitorio sull’area, presuppone l’intangibilità dei luoghi e dunque chiede conto all’on. Bonisoli di quanto autorizzato dalla Soprintendenza competente, credendo illegittimo l’intervento in corso. In realtà, al decreto di vincolo diretto emanato nel 1977 ai sensi della legge 1089/1939, rigidissimo, perché teso ad impedire che i privati allora proprietari dei terreni cedessero a tentazioni speculative come quelle che negli anni ’70, appunto, in piena città, avevano causato devastazioni gravissime, e avrebbero potuto compromettere la cinta urbica di Hipponion e la presunta necropoli extra-muranea, è seguita la demanializzazione di quei suoli, affidati al MiBAC (2005). Già nel 1998-2000, però, la Soprintendenza, valutandoli di prioritario interesse pubblico, aveva autorizzato Anas ad eseguire lavori di ampliamento della sede stradale e regimentazione delle acque, cioè interventi analoghi a quelli in corso fino all’8 maggio, regolarmente sorvegliati da archeologi”. “Personalmente ho fiducia – sostiene ancora Corrado – che la prosecuzione delle indagini chiarirà i termini della questione, ridimensionando fino ad estinguerla la grave ipotesi di reato contestata”.

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