Due sindaci della provincia di Reggio Calabria, appena rieletti, hanno scritto una lettera al prefetto Massimo Mariani mettendo in evidenza alcune presunte anomalie nelle condotte e nella composizione delle liste che hanno partecipato alle amministrative nei Comuni di Calanna e Laganadi. L’informativa è firmata da Domenico Romeo e Michele Spadaro che segnalano “alcuni aspetti controversi che hanno caratterizzato le liste civiche ‘Liberi di ricominciare’ presentate, in entrambi i Comuni, da Paolo Ferrara, commissario provinciale dell’Udc”. Ad urne chiuse, Romeo e Spadaro spiegano che i candidati alla carica di sindaco e di consigliere comunale delle due liste “sono completamente estranei alle dinamiche delle nostre piccole comunità, non sono nati qui, né tanto meno sono residenti, non vi hanno parenti, non vantano alcun tipo di legame, tanto da essere all’oscuro persino dell’ubicazione della sede municipale”. “Come se non bastasse – aggiungono i due sindaci – dobbiamo segnalare che le liste sotto l’egida di ‘Liberi di ricominciare’ per ben otto/undicesimi presentavano i medesimi candidati sia a Calanna che a Laganadi”. Stando alla denuncia dei due primi cittadini, inoltre, una donna ha appreso della sua candidatura solo nei giorni precedenti alle votazioni. La stessa candidata avrebbe chiesto “pertanto l’immediata cancellazione dall’elenco, sostenendo di essere stata soggiogata e di aver sottoscritto la candidatura perché indotta da taluno con la scusante di firmare una presunta iniziativa solidale in favore di un genitore della candidata a sindaco della stessa lista. Oltre questo, sembrerebbe che alcuni candidati sarebbero stati scelti in numero considerevole tra soggetti in cura presso una psicologa, che è la medesima candidata alla carica di sindaco di Calanna di cui sopra. Per finire, è da notarsi che i programmi elettorali presentati ai due Comuni interessati da elezioni sono identici per forma e contenuto, variando esclusivamente nome del Comune e del candidato sindaco, a dimostrazione della totale mancanza di studio del contesto territoriale”. “Riteniamo, dunque, – concludono i due sindaci – ci possano essere gli estremi per una verifica da parte dei suoi Uffici rispetto alla bontà ed alla regolarità di queste condotte”.