Tavernise (M5S) su carceri: “Situazione fuori controllo a Corigliano Rossano. Basta passerelle”

Redazione

“Si aggrava la situazione nel carcere di Corigliano-Rossano ma i tempi della politica non coincidono con l’emergenza che caratterizza quotidianamente la vita della struttura. Si registrano ancora aggressioni ai danni della polizia penitenziaria, cui va tutta la mia solidarietà per l’impegno che mettono nel proprio delicatissimo lavoro”, dichiara il consigliere regionale pentastellato Davide Tavernise. Ribadendo quanto sia necessario intervenire, anche considerando il sottodimensionamento della la pianta organica della polizia penitenziaria nella struttura: 66 impiegati su una previsione di 160. Intanto, la comunità di detenuti risulta in numero maggiore: 310 persone su una capienza massima di 260.

“Ricordo perfettamente che a marzo di quest’anno il sottosegretario Delmastro ha promesso l’arrivo di un direttore per questo carcere. Attualmente c’è un facente funzioni presente in struttura solo una volta a settimana, ma nessun accenno ad un potenziamento dell’organico. E infatti, al momento, a parte nuove leve che in nessun caso possono essere però collocate nel reparto di massima sicurezza, dove la situazione è molto delicata, o possono gestire detenuti con problemi psichici, non un solo agente esperto è stato impiegato in questa struttura che presenta tali problematiche”, incalza.

Da qui l’appello a investire concretamente in sicurezza nelle carceri “per garantire condizioni di lavoro dignitose e sicure ai dipendenti delle strutture e condizioni di vita dignitose ai detenuti. La situazione attuale non permette infatti una convivenza pacifica e il governo non può esimersi dall’affrontare il problema nei tempi giusti. Considero miope l’atteggiamento di chi non vuole riconoscere l’emergenza carceri nella nostra regione e soprattutto in una struttura importante come quella di Corigliano Rossano”, continua Tavernise.

Per poi concludere: “Il governo Meloni agisca immediatamente per sbloccare le assunzioni di polizia penitenziaria e al contempo riduca la pressione della comunità carceraria con la realizzazione di nuove strutture nell’ottica di un superamento progressivo dei problemi che attualmente gravano su questo modello detentivo”.

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