Avrebbero rapporti di “contiguità” con i “Gaglianesi”, il clan di ‘ndrangheta che prende il nome dal quartiere Gagliano di Catanzaro dove la consorteria è presente, le quattro persone arrestate stamani della Squadra mobile di Catanzaro per avere sequestrano e torturato un ragazzo loro conoscente, accusandolo di avere avuto una relazione con la compagna di uno di loro. Le accuse ricostruite dalla Dda di Catanzaro raccontano le ripetute violenze e vessazioni subite a fine ottobre scorso da un giovane “accusato” di avere avuto una relazione con la compagna di uno di loro. E sarebbe stato proprio quest’ultimo a convocare la vittima a casa sua e a costringerla a confessare il tradimento, attraverso ripetute percosse, con schiaffi, pugni e un bastone, minacciandolo con una pistola, minacciando di accoltellarlo, sottraendogli il telefono e impedendogli, con la presenza degli altri tre amici, di allontanarsi dal luogo. L’interrogatorio violento, ricostruiscono gli investigatori, è durato dalle 17:30 del 26 ottobre fino a mezzanotte inoltrata del giorno seguente. La vittima è stata condotta, da due degli aggressori a Catanzaro Lido a casa della compagna di uno di questi e qui, alla presenza della donna, avrebbe confessato la relazione sentimentale. Uno di loro è accusato anche di detenzione illegale di arma comune da sparo, per la precisione una pistola di colore nero, e rapina per avere sottratto alla vittima il suo telefono cellulare. Le violenze sarebbero riprese la sera del 27 quando, secondo l’accusa, avrebbero sottoposto la vittima a due ore di “gravi sevizie fisiche”, colpendolo ripetutamente con un piede di porco, una spranga di ferro e un bastone per punirlo dell’offesa recata. Sevizie così brutali da mettere la vittima “in pericolo di vita” tanto che le “prime persone intervenute e soccorrerlo hanno dovuto praticargli una manovra salvavita a causa dell’ingrossamento della lingua che gli impediva di respirare”. La vittima ha riportato una frattura scomposta dell’ulna destra, la frattura del perone e della tibia sinistra – che hanno costretto il giovane a subire tre interventi chirurgici – oltre a contusioni multiple, tanto che la persona offesa ha raccontato agli inquirenti: “Hanno smesso penso quando hanno visto che avevo il braccio rotto, la gamba rotta”.