“Da anni lo stato ha perso il controllo nelle carceri”. E’ quanto afferma il segretario generale del sindacato polizia penitenziaria Aldo Di Giacomo all’indomani dell’inchiesta della DDA di Catanzaro che ha visto coinvolti alcuni agenti di polizia penitenziaria del carcere di Cosenza. Chiede grande rigore e severità nella prosecuzione dell’indagini il segretario, che dice: “da anni denunciamo che i capi clan di ‘ndrangheta, mafia, camorra continuano ad impartire ordini dalle celle agli uomini sui territori, ma non veniamo ascoltati. Basta sorveglianza dinamica, si torni alle celle chiuse subito. L’affermazione del procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, secondo cui i detenuti ‘ndranghetisti controllano il carcere di Cosenza, non è affatto una sorpresa”, il segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria prosegue nel comunicato dicendo che : “noi siamo perché chi sbaglia e indossa la divisa, dopo l’accertamento di responsabilità, paghi persino in modo più severo dei cittadini senza divisa. Questo perché ci sono migliaia di agenti penitenziari che quotidianamente fanno molto di più di quanto dovrebbero in turni massacranti, in condizioni di lavoro gravissime, a rischio aggressioni e pertanto la divisa è per noi motivo di orgoglio e va difesa. ma in attesa della ricostruzione dei fatti nel carcere di Cosenza – conclude poi – non si può scaricare ogni responsabilità su due agenti. Lo Stato da anni ha perso il controllo di gran parte degli istituti penitenziari del centro sud. E’ ora di dire basta e tracciare una linea precisa tra vittime e carnefici”.
Sindacato polizia penitenziaria: “lo Stato non controlla piu’ le carceri”
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