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Adesso al Cosenza resta un’unica speranza: sfruttare la gara in più rispetto alle altre pericolanti per dare una scossa al finale di campionato e rimettersi nella scia dell’Alessandria che si è quasi staccata dalla zona retrocessione. Se però dovessimo valutare le chance della squadra di Bisoli prendendo in considerazione la prestazione di ieri con il Monza, la qualità degli avversari che affronterà e il peso specifico dei punti in palio in 3 delle cinque sfide da qui a fine stagione, ebbene risulterebbe difficile immaginare un Cosenza in grado di conquistare il tagliando di partecipazione ai play out. I rossoblù nell’ultimo periodo hanno mostrato il loro lato migliore nella sfida con il Lecce e a Ferrara e avrebbero meritato sicuramente di più che una sconfitta con Frosinone e Reggina ma quando si è trattato di dare la sterzata decisiva trovando continuità di rendimento e soprattutto risultati, vedi la trasferta di Terni o le gare casalinghe con Parma e Monza ha toppato clamorosamente deludendo ogni aspettativa. E allora adesso cosa dobbiamo aspettarci? Qual è il vero Cosenza? E’ un problema di uomini o di moduli? Nel recupero con il Benevento vedremo un Cosenza battagliero o rinunciatario e, visto che i lupi affronteranno anche Cremonese e Pisa, altre contendenti alla Serie A è il caso di decidere al più presto quale vestito indossare. Già giovedì sarà disponibile Larrivey, dunque non sarà indispensabile ripetere lo sfortunato esperimento lasciando a Giuseppe Caso tutto il peso dell’attacco silano. Insomma per continuare a tenere viva la flebile speranza servirà un Cosenza diverso da quello passivo e sbadato visto ieri al Marulla. La chance per rientrare in gioco l’ha persa anche il Crotone che con la Ternana ha accarezzato l’idea del successo dopo il vantaggio siglato da Golemic per poi sprofondare sotto i colpi di Partipilo e Defendi. Per i rossoblù di Modesto si trattava della classica gara da dentro o fuori, il calendario per i pitagorici non è proibitivo, ma di turno in turno anche a Crotone non si riesce a imprimere l’accelerazione decisiva. Per la Reggina sfuma definitivamente il sogno play off, la sconfitta di Ascoli aumenta fino a dieci punti il divario degli amaranto dalle prime otto. Non è bastato il buon avvio della squadra di Stellone al Del Duca, i padroni di casa hanno colpito duro nel secondo tempo con Caligara e Bidaoui. Anche l’alta classifica sembra aver scavato un solco lasciando sette squadre in un limbo che probabilmente condizionerà l’andamento del finale del campionato.