La villetta di Francesco Aiello, il candidato M5S per le regionali in Calabria che proprio ieri aveva sciolto la riserva, è stata dichiarata parzialmente abusiva e in parte da abbattere. La vicenda è anticipata oggi da Repubblica. La villa si trova a Carlopoli, in provincia di Catanzaro, ma prima il Tar e poi il Consiglio di Stato hanno condannato Aiello e il fratello disponendo la demolizione di un piano. La villetta, edificata negli anni ’80’, sarebbe stata costruita violando la quota delle cubature previste. Secondo quanto riporta il quotidiano la casa risulta “per lo più abusiva”. Nel corso della vicenda, durata un decennio, dopo vari esposti e sanatorie la casa è rimasta integra nonostante la decisione dei giudici sull’abbattimento del secondo piano, demolizione mai effettuata . Immediata la replica di Aiello: “Rispondo con serenità alle accuse di abusivismo edilizio rivoltemi il giorno successivo all’accettazione della candidatura a governatore della Calabria con il Movimento 5 Stelle”. “Vengo additato – aggiunge Aiello – per una casa che non ho realizzato io. Inoltre mi si rimprovera di non averla ancora demolita. Nello specifico non c’è alcun ordine di demolizione da parte della giustizia amministrativa (Tar e Consiglio di Stato), che ha invece stabilito che debba essere il Comune di Carlopoli a scegliere quale provvedimento applicare. Negli anni ’80 furono i miei genitori a costruire il fabbricato in questione, con una volumetria superiore rispetto a quanto consentito dalle norme. A distanza di quasi 40 anni e proprio quando decido di mettermi a servizio della mia gente e della mia terra, mi viene dunque attribuita una responsabilità che non ho. Ai tempi, un vicino iniziò a produrre esposti per via della volumetria maggiorata, aspetto che mio padre aveva pensato di sanare acquistando, negli anni ’90, un terreno adiacente per asservirlo al fabbricato. Cominciai a occuparmi del caso nel 2012. All’epoca mio padre soffriva di Parkinson e io dovetti assisterlo nel suo drammatico declino, successivo alla scomparsa prematura di mio fratello Domenico. Da allora ad oggi, da figlio mi sono trovato mio malgrado davanti a questo problema, che tutti i tecnici interessati avevano suggerito di risolvere utilizzando il terreno comprato da mio padre per asservirlo alla casa esistente. Le sentenze della magistratura amministrativa dicono che è il Comune di Carlopoli a dover indicare la strada alternativa. Nel merito l’ente non si è ancora pronunciato, benché sollecitato dal Tar della Calabria. Sto allora attendendo l’ultima parola, che spetta al Comune. Pertanto nel merito ho agito correttamente: non ho imposto nulla, non ho condizionato nessuno e sto pazientemente aspettando di conoscere la decisione per un fatto che non ho commesso io”. “Ho voluto chiarire questa storia – conclude Francesco Aiello – per fermare lo sciacallaggio già partito contro la mia persona e in primo luogo per dovere di coscienza e di trasparenza rispetto all’opinione pubblica e soprattutto ai calabresi. Mi auguro che in questa campagna elettorale nessuno ripudi il buon senso e il ragionamento, fondamentali nella vita pubblica e in quella di ciascuno”.
Abusivismo, Aiello: “rispondo con serenità”
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