Ci sono il sindaco di Villa San Giovanni Giovanni Siclari, oltre che Antonino Repaci e Calogero Fimiani, rispettivamente presidente del Cda e amministratore delegato della società di navigazione “Caronte & Tourist Spa”, tra le persone arrestate dai carabinieri di Reggio Calabria. Gli investigatori avrebbero accertato come i manager indagati hanno promesso di elargire utilità ad amministratori comunali che in cambio hanno asservito la loro pubblica funzione agli interessi privati della società di navigazione. E’ stato fermato ieri sera, mentre si trovava in Comune per partecipare ad alcune riunioni il sindaco di Villa San Giovanni, Giovanni Siclari. I carabinieri si sono presentati in Municipio e, con una scusa, lo hanno invitato a seguirlo, notificandogli poi l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per corruzione. Siclari, eletto con una lista civica e passato in Forza Italia nell’ottobre dello scorso anno, è stato protagonista di una vicenda particolare subito dopo la sua elezione, avvenuta dopo il turno elettorale dell’11 giugno 2017. Dopo appena tre giorni dall’elezione, infatti, Siclari fu sospeso dal prefetto di Reggio Calabria in base alla Legge Severino, perché condannato in primo grado per abuso d’ufficio insieme al suo predecessore Antonio Messina di cui era vicesindaco. Siclari è poi tornato in carica nel luglio 2018 dopo che il comune era stato retto dal vicesindaco da lui nominato. “L’inchiesta ‘Cenide’ fa emergere un quadro desolante di gestione dell’ufficio tecnico del comune di Villa San Giovanni e tutto ruota sulla figura centrale del dirigente, Francesco Morabito”. Lo ha affermato il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri incontrando i giornalisti. “Intendo chiarire – ha detto Bombardieri – che in questa indagine non è coinvolto il sen. Marco Siclari, di Forza Italia, fratello del sindaco, e la vicenda riguarda la gestione quasi privatistica di un ufficio pubblico, diretto da Morabito, sempre pronto a soddisfare le richieste della società di navigazione in cambio di favori, di assunzioni, anche con promesse fatte ad un consigliere di minoranza (Villa San Giovanni è guidata da una maggioranza di centrodestra, ndr) di assumergli un figlio in cambio di un ammorbidimento delle posizioni politiche”. L’inchiesta, avviata anche a seguito di numerose segnalazioni di cittadini e di associazioni, ha riguardato i lavori di adeguamento di un grande piazzale di cui era proprietaria l’Anas, ceduto poi al comune, su cui la Caronte e Tourist aveva realizzato un’area di sosta e una biglietteria automatica, secondo l’accusa, non rispettando la legge urbanistica e senza i pareri tecnici comunali. “Le intercettazioni sono davvero allarmanti – ha sottolineato ancora Bombardieri – e consentono di delineare un quadro di convenienze, di ‘do ut des’, tra Morabito e il suo vice, Giancarlo Trunfio, da una parte, e la società di navigazione dall’altra. Per agevolare i lavori di ammodernamento del piazzale e la realizzazione della biglietteria, infatti, i vertici della società si erano impegnati ad assumere uno dei figli di Trunfio, Gianluca, ottenendo dall’ufficio tecnico del comune di Villa San Giovanni un provvedimento autorizzativo illegittimo per la rapida esecuzione dell’opera. Rimanendo in questo ambito sono state registrate ulteriori condotte corruttive, attraverso cui i manager indagati sono riusciti ad asservire la pubblica funzione agli interessi privati della società di navigazione”. Alla conferenza stampa era presenti anche il comandante provinciale dei carabinieri, col. Giuseppe Battaglia, il comandante del reparto operativo t.col. Massimiliano Galasso, e il maggiore Cristian Tedeschi.
Arrestati sindaco Villa S.Giovanni e manager Caronte
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