Beccati a giocare alle slot in orario lavoro i dipendenti dell’Asp

Anna Franchino


Si allontanavano dal luogo di lavoro per giocare alle slot-machine, girovagare per strada e sostare in esercizi commerciali per leggere i quotidiani o andavano al supermercato a fare la spesa. Per questo i finanzieri della compagnia di Palmi hanno notificato un provvedimento di presentazione alla Pg emesso dal Gip su richiesta della Procura, nei confronti di 13 dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria in servizio nel “polo sanitario” di Taurianova. Nell’ambito dell’operazione, denominata “Polo sanitario”, sono indagate anche altre 25 persone. I finanzieri, con il coordinamento della Procura di Palmi diretta da Ottavio Sferlazza, secondo quanto riferito dagli investigatori, hanno accertato “plurime e reiterate” condotte fraudolente poste in essere da numerosi dipendenti dell’Asp di Reggio Calabria in servizio al Polo Sanitario di Taurianova, i quali, che, pur facendo risultare la regolare presenza in servizio, erano soliti assentarsi in maniera ingiustificata e con “carattere di allarmante sistematicità”. L’indagine è stata condotta attraverso intercettazioni, riprese video, servizi di osservazione, pedinamenti e controlli e riscontri documentali che avrebbero dimostrato come i dipendenti, approfittando, tra l’altro, della mancanza di controllo da parte dei rispettivi dirigenti, dopo aver timbrato il badge o firmato il foglio di presenza, pur essendo preposti a rendere servizi essenziali, si allontanavano dal luogo di lavoro in maniera consuetudinaria, per dedicarsi ad attività private e ludiche di ogni genere. In alcuni casi si assentavano per prendere parte ad eventi religiosi o a funerali. Oltre all’assenza ingiustificata, secondo l’accusa, dalle indagini è emersa anche l’inoperosità quotidiana di buona parte dei dipendenti che, in più occasioni, dopo aver timbrato, stazionavano per ore nell’atrio esterno del plesso dell’Asp. Secondo quanto accertato dai finanzieri, gli indagati, oltre a non effettuare le ore previste, arrivavano ad attestare falsamente lo straordinario, fino ad oltre 30 ore mensili. Tra i dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria indagati per essersi allontanati ingiustificatamente dal lavoro c’è anche chi andava in ufficio in tuta da ginnastica e, dopo avere consegnato il proprio badge ad un collega compiacente che timbrava in sua vece, andava a praticare attività sportiva. Un ulteriore caso ha riguardato un indagato che durante la stagione estiva riusciva a farsi certificare, con la compiacenza del medico di base, una condizione di malattia, assentandosi in tal modo dal lavoro per motivi di salute quando, in realtà, si trovava in un lido balneare di una nota località ionica a godersi una giornata di relax. Le condotte illecite, secondo la Guardia di Finanza, sono state agevolate da modalità di gestione e certificazione della presenza quotidiana a lavoro del tutto inadeguate e connotate da allarmante superficialità. Infatti, dall’esame della documentazione e dalle dichiarazioni dei responsabili degli uffici, sarebbero emerse gravi inefficienze organizzative e gestionali in merito al controllo e rendicontazione delle presenze tali da consentire la possibilità di adottare, nei singoli uffici ed in maniera arbitraria, più modalità di rendicontazione. Al riguardo è emerso anche che in una delle articolazioni della struttura non era adottato alcun sistema di rendicontazione e controllo delle presenze.

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