Primato poco edificante per la Calabria, ai primi posti insieme a Campania, Puglia e Sicilia, per tradizionale presenza mafiosa che subiscono il maggiore impatto di ecocriminalità e corruzione. La fotografia scattata nel nuovo report Ecomafia 2022, realizzato da Legambiente con il sostegno di Novamont e edito da Edizioni Ambiente. In queste quattro regioni, secondo quanto si attesta nel report, si concentra il 43,8% dei reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, il 33,2% degli illeciti amministrativi e il 51,3% delle inchieste per corruzione ambientale sul totale nazionale. Per quanto concerne le Province , quella di Cosenza si trova al secondo posto dopo Roma, con 1060 illeciti ambientali. In tutta la regione, sono state 2469 le persone denunciate, 21 arresti , 1009 sequestri, 3407 illeciti amministrativi e 3298 sanzioni amministrative. Nel ciclo illegale del cemento alla regione tocca il secondo posto con 1086 reati. Anche in questa classifica troviamo la provincia di Cosenza al secondo posto nella classifica nazionale con 373 reati, seguita al terzo da Reggio Calabria con 249 reati. Per quanto concerne il ciclo illegale dei rifiuti Calabria al quinto posto con 509 reati di cui 172 nella provincia di Cosenza e 146 nella provincia di Reggio che nella classifica delle provincie italiane si collocano rispettivamente al settimo ed ottavo posto. Numeri emersi dalle 557 inchieste su attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti da febbraio 2002 al 19 luglio 2022. In materia di incendi negli impianti di trattamento, smaltimento, recupero dei rifiuti, la regione è all’ottavo posto per numero di reati con 91 incendi ad impianti dall’1 gennaio del 2013 al 31 luglio 2022. In Italia, nello stesso periodo di riferimento, sono stati in tutto 1388. “Dati davvero desolanti afferma Anna Parretta, presidente Legambiente Calabria – c’è la necessità di azioni reali ed incisive affinchè si possa al più presto invertire l tendenza”.