Economia, Bankitalia: in Calabria ripartenza “frenata”

Anna Franchino

Dalla ripresa registrata nel 2021, significativa anche incapace a colmare il calo dovuto alla crisi pandemica, al rallentamento determinato dall’aumento dei costi delle materie prime e dalle conseguenze destabilizzanti a livello planetario del conflitto russo-ucraino. Anche la Calabria, dove l’economia è cresciuta del 5,7% , dato in linea con quello del Mezzogiorno ma inferiore di circa un punto da quello nazionale, ha risentito dei contraccolpi dovuti alle vicende epocali succedutesi nell’ultimo biennio. A confermarlo sono le analisi che emergono dalla fotografia scattata nel rapporto annuale della filiale regionale di Bankitalia e che delineano una sorta di ripartenza “frenata”. I risultati della ricerca sono stati illustrati a Catanzaro dal direttore Sergio Magarelli e dai ricercatori Giuseppe Albanese (coordinatore), Antonio Covelli, Enza Maltese, Graziella Mendicino e Iconio Garri’. Le conseguenze negative del conflitto in Ucraina – è detto nel rapporto – si sono fatte avvertire nei settori ad alta intensità energetica, che pesano per il 9,6 per cento del totale del valore aggiunto regionale (8,5 in Italia), in ragione delle oscillazioni tariffarie che hanno determinato forti rialzi dei costi di produzione. Le aziende prevedono, da questo punto di vista, solo un parziale assorbimento dello shock attraverso una riduzione dei margini di profitto e incrementi dei prezzi di vendita con conseguenze, però, sul potere di acquisto delle famiglie in materia di elettricità, gas e prodotti alimentari. Ad avere maggiore giovamento dalla ripresa è stato il settore industriale. soprattutto nelle costruzioni, grazie alla crescita di investimenti pubblici e incentivi (superbonus). Più graduale l’impatto positivo sui servizi. C’è stato comunque un recupero di redditività e liquidità delle imprese anche per l’ampio ricorso alle misure pubbliche con boom del ricorso a nuovi prestiti con garanzia dello Stato e aumento del grado di indebitamento. Spiragli positivi per il 2022, ha spiegato Magarelli, sono legati all’attuazione del Pnrr, che prevede in Calabria investimenti su infrastrutture e servizi pubblici da sommare ad altri interventi con risorse nazionali ed europee, assolutamente da non perdere.

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