“BJVENRDGAMBERJ”3….Leggete questa sigla, non è un codice fiscale o una password, ma un sms ricevuto dal Giudice Petrini il 4 dicembre 2018 da Emilio Santoro. La sequenza di lettere annuncia la consegna di gamberi che sarebbe poi stata effettuata a Lamezia Terme e non negli uffici della Commissione Tributaria così come stabilito nei messaggi precedenti. Un regalo, uno dei tanti, promessi e ricevuti dal magistrato presidente della II Corte d’assise d’appello di Catanzaro. Pesce, tanto, champagne, clementine, verdura, formaggi, tanti soldi, consegnati con cadenza mensile e la promessa di ottenere un bracciale di valore, la proprietà di una garage a Castrovillari e di un appartamento in Lombardia. Tutto questo in cambio dell’impegno a portare i processi in corso nella direzione voluta da chi riusciva a manovrare il giudice. C’è un passaggio delle intercettazioni emblematico della debolezza di Petrini che si trovava in sofferenza bancaria nonostante ricevesse gli emolumenti derivanti dalla propria professione. Il Direttore di un istituto di credito di Castrovillari, nell’ambito di un’attività di controllo, lo contatta per chiedere lumi sulla sua situazione finanziaria e in particolare sui ripetuti versamenti in contanti effettuati. Somme per un totale di circa 20.000 euro nel solo anno 2018. Il magistrato si apre con il funzionario e rivela alcuni aspetti della sua vita privata per giustificare lo stato delle cose, che invece per gli inquirenti era riconducibile all’attività corruttiva. E poi c’è il sesso, il rapporto extraconiugale definito stabile con l’avvocato Maria Tassone che avrebbe tratto vantaggi professionali dalla liason, in termini di consigli e mancata astensione nel procedimento che vedeva Petrini far parte del collegio giudicante e l’avvocato di Davoli nel collegio difensivo. L’altro rapporto finito nell’inchiesta è quello con Palma Spina, avvocato anche lei con la quale sono stati registrati ben 15 incontri di natura sessuale avvenuti dal febbraio al giugno 2019 nell’ufficio del magistrato presso la commissione tributaria.
Il “giogo” del Magistrato
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