Il buco nero della sanità, l’incapacità di esigere i crediti e il ritardo nei pagamenti, nulla di nuovo purtroppo dalla sezione di controllo della Corte dei Conti nel giudizio di parifica del Rendiconto generale della Regione Calabria per il 2018. La Corte evidenzia «una difficoltà nella riscossione delle entrate tributarie ed extratributarie che nel tempo ha determinato la formazione di ingenti residui attivi, cioè crediti non riscossi, che oggi risultano spesso non più esigibili, ciò ha come conseguenza la riduzione della liquidità di cassa e impedisce di fare fronte ai pagamenti, generando ingenti costi. La Regione vanta crediti per il servizio di conferimento dei rifiuti per circa 47 milioni verso i Comuni in dissesto, i crediti per fornitura idropotabile sempre verso Comuni in dissesto sono pari a circa 64 milioni: tutte risorse di incerto recupero nella loro integralità. Per quanto riguarda la spesa sanitaria, secondo la sezione di controllo della Corte dei Conti nel 2018 si registrano impegni per 3,771 miliardi che hanno assorbito oltre il 78% delle risorse, come risulta dai verbali pubblicati dal Tavolo tecnico e dal Comitato Lea, e il ripiano del disavanzo pregresso non è funzionale: infatti a fine 2018 la Regione Calabria presenta un disavanzo di 213 milioni», fissato a 105,9 milioni dopo il conferimento delle coperture. Il dato spaventoso è che i debiti nei confronti dei fornitori superano il miliardo di euro, le conseguenze in termini di interessi passivi sono immaginabili.
Sulla gestione dei fondi comunitari da parte della Regione Calabria evidenzia la corte «le spese supportate dal Por Calabria 2014-2020 sembrano tenere un ritmo serrato, a livello complessivo il Programma registra impegni per oltre 800 milioni (37%) e pagamenti per 461 milioni (19%)», ma restano «criticità circa la realizzazione di progetti già contemplati dal Por 2007-2013».
La Corte dei Conti “bacchetta” la Regione
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