Sanità calabrese schiacciata dai debiti… Sì, ma quanti? Non è soltanto l’enorme mole di passività a bloccare il comparto sanitario della regione, ma soprattutto l’impossibilità di quantificarne l’ammontare. Senza bilanci di aziende sanitarie e ospedaliere non si può sfruttare il meccanismo che permette alle regioni di ripianare i debiti certificati fino al 2019 e ricevere una anticipazione di cassa da restituire in 30 anni. E così la Calabria è costretta a tenersi il proprio debito e a vederlo aumentare di anno in anno con interessi spropositati rispetto a quelli applicati alle regioni che invece possono usufruire delle agevolazioni previste nella norma inserita nell’ultima legge di bilancio votata in parlamento. Vie d’uscita? Si aprirebbero solo colmando le lacune dei rendiconti delle aziende.
Dunque la sanità calabrese resta al palo e in queste condizioni non si possono certo migliorare i livelli essenziali… Ecco perché nelle scorse settimane si è rischiato di sprofondare nel giallo, non tanto per la recrudescenza del virus, fortunatamente in lenta ritirata, ma per le carenze di posti letto.
Il monitoraggio settimanale fa registrare meno di mille nuovi casi positivi e flessioni sull’occupazione di aree mediche e terapie intensive. Il dato che non accenna a diminuire è quello dei decessi che cala soltanto a distanza di un congruo lasso di tempo dal picco dei contagi.
Cresce in Calabria il numero di casi positivi nelle fasce 0-9 anni e 12-19, la variante Delta, dominante ormai da qualche mese, non risparmia i più giovani e influenza l’attività scolastica anche se la situazione ad una settimana circa dalla riapertura degli istituti è sotto controllo. Ogni giorno in Calabria circa 1.000 under 20 si sottopongono alla vaccinazione anti covid.