Il sindaco di Scalea, Gennaro Licursi, impiegato dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, é stato arrestato dalla Guardia di finanza con l’accusa di essersi assentato arbitrariamente dal posto di lavoro. Tre dipendenti dell’Asp sono stati sospesi perché sarebbero stati suoi complici. L’operazione che ha portato all’arresto del sindaco di Scalea é stata denominata “Ghost work”. A Licursi, che é stato posto agli arresti domiciliari, viene contestato il reato di truffa aggravata. Nei confronti del primo cittadino i finanzieri della Tenenza di Scalea hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip su richiesta del Procuratore della Repubblica di Paola, Pierpaolo Bruni, e del sostituto procuratore Maurizio Licursi, che hanno coordinato l’inchiesta. Oltre 650 ore di assenze ingiustificate dal posto di lavoro all’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza: é ciò di cui si sarebbe reso responsabile il sindaco di Scalea, Gennaro Licursi, agli arresti domiciliari con l’accusa di truffa aggravata ai danni dell’Asp cosentina. I finanzieri della Tenenza di Scalea hanno anche eseguito un decreto di sequestro di beni per equivalente per un valore di 12 mila euro. La Procura della Repubblica di Paola, in una nota stampa, parla di “quadro indiziario particolarmente grave in ordine a condotte di truffa aggravata ai danni dello Stato e di falsa attestazione della presenza in servizio”, aggiungendo che le indagini, “protrattesi per alcuni mesi, hanno consentito di svelare un radicato e consolidato meccanismo di illiceità che ha permesso al sindaco, nella qualità di dipendente dell’Asp di Cosenza, con la complicità di tre suoi colleghi, di assentarsi senza alcuna giustificazione dal luogo di lavoro. Il primo cittadino di Scalea, una volta timbrato il ‘cartellino’, lasciava l’ufficio e si dedicava allo svolgimento di quotidiane attività di natura personale. Sovente, il pubblico amministratore – riferisce ancora la Procura – attestava falsamente di essersi recato in ‘missione’ per conto dell’ufficio, occupandosi, anche in questo caso, di questioni non attinenti al servizio. In tal caso, le indagini hanno permesso di accertare, altresì, la complicità dei suoi colleghi, i quali, in servizio in diverse sedi dell’Asp, attestavano che le missioni si erano svolte regolarmente”. “Le condotte criminose, accertate mediante l’installazione di telecamere all’interno degli uffici del Distretto sanitario del Tirreno di Scalea, analisi dei tabulati telefonici e monitoraggio con sistema GPS – é detto nel comunicato – sono state ricostruite in maniera capillare, anche grazie ad un’accurata attività di pedinamento e sono state incrociate con i dati delle presenze giornaliere risultanti dalla macchina marcatempo. Il quadro che ne è emerso ha fatto rilevare la marcata disinvoltura con la quale gli indagati hanno agito e resa necessaria l’emanazione del provvedimento cautelare eseguito oggi”. Quello che è emerso dalle indagini, condotte dalla Guardia di finanza con il coordinamento del procuratore di Paola Pierpaolo Bruni e del sostituto Maurizio De Franchis, e che hanno portato all’arresto ai domiciliari per truffa del sindaco di Scalea Gennaro Licursi, è un “consolidato meccanismo”. Lo ha detto il colonnello Danilo Nastasi, comandante provinciale Guardia di Finanza Cosenza. “Il sindaco – ha poi aggiunto il colonnello Nastasi – secondo quanto accertato dalle indagini, condotte con l’ausilio di telecamere, tabulati, rilevazioni Gps e appostamenti, con la complicità dei tre colleghi, attestava falsamente di essere in servizio o in missione per conto dell’azienda mentre in realtà svolgeva azioni personali e quotidiane”. Da quanto si apprende, in molte circostanze il primo cittadino si sarebbe recato per ore al bar in orario di lavoro.
Si assentava da posto lavoro, arrestato sindaco Scalea
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