C’è una vicenda che da poco meno di 24 ore ha portato alla ribalta della cronaca nazionale, il comune di Guardavalle nel catanzarese. Davanti al municipio c’è una statua di Sant’Agazio donata dalla famiglia Gallace, una delle ‘ndrine più potenti della Calabria e con ramificazioni in altre regioni, soprattutto in Lazio, ma il sindaco, senza sapere di essere ripreso, avrebbe detto ad un inviato della trasmissione delle reti Mediaset, Striscia la notizia “se tolgo la statua mi sparano”. “Dopo alcune segnalazioni giunte a Striscia la notizia da parte di cittadini del comune calabrese – è scritto nella nota diramata dalla trasmissione serale – l’inviato Vittorio Brumotti è andato sul posto per intervistare Giuseppe Ussia, sindaco del Pd di Guardavalle dal 2013. Non senza imbarazzo, al microfono di Striscia, Ussia ha dichiarato: ‘Per me non è un problema, la famiglia Gallace ha pagato il suo conto con la giustizia (il boss è in carcere con una condanna all’ergastolo per omicidio), ma se dei cittadini chiedessero di rimuoverla lo farei, basterebbe una lettera con le firme, nessuno deve avere paura’. Ma, poco dopo, non sapendo di essere ripreso, il sindaco ammette: ‘Io non posso dire che mi dissocio, come fai, io mi levo la mattina, porto una ruspa e la caccio, il giorno dopo, la sera, vengono e mi sparano… tranquillo eh'”. “A confermare la gravità della situazione – prosegue la nota – anche Nicola Gratteri, dal 2016 procuratore della Repubblica di Catanzaro, sotto scorta dal 1989, che ai microfoni del Tg satirico di Antonio Ricci ha dichiarato: ‘La statua va tolta perché rappresenta proprio una forma di esternazione del potere da parte della famiglia mafiosa. Tra l’altro la ‘ndrina Gallace è una delle più importanti della Calabria, molto forte anche nel Lazio'”. Fin qui quanto accaduto nella serata di ieri. Oggi la replica del primo cittadino: “Ho dichiarato subito che la statua di Sant’Agazio sarebbe stata rimossa e, ieri, prima che la trasmissione di Canale 5 andasse in onda mi sono sentito con i rappresentanti di maggioranza e opposizione per convocare un Consiglio comunale, che si terrà venerdì, proprio per procedere all’annullamento della delibera di installazione dell’effigie. E di questo ho informato il Prefetto di Catanzaro e tutte le autorità”. Pino Ussia, sindaco di Guardavalle, all’indomani della messa in onda del servizio di “Striscia la notizia” che ha fatto scoppiare il caso della statua del Patrono del comune della costa ionica catanzarese la cui donazione è stata attribuita alla famiglia Gallace, ritenuta una delle ‘ndrine più potenti della Calabria, non trattiene l’amarezza. “Hanno creato non poche difficoltà – dice Ussia, che lavora come caposala nel reparto di chirurgia dell’ospedale di Soverato – a me, alla mia famiglia e a tutta la comunità di Guardavalle. Un’intervista durata più di un’ora – aggiunge il sindaco – è stata tagliata e rimontata ad uso, evidentemente, di chi voleva fare notizia e sensazionalismo. Ho interessato per questo il mio avvocato e domani terrò una conferenza stampa a cui ho invitato tutte le testate per fare conoscere tutti gli aspetti della vicenda”. “Intanto, posso dire – prosegue il sindaco – di avere ricevuto tanti messaggi e attestazioni di stima sia per il ruolo che ricopro sia per la mia storia. Sono conosciuto da 50 anni e tutti sanno quello che sono e quello che faccio. Non posso assolutamente passare per un sindaco mafioso. Noi qui viviamo di regole e di rispetto delle regole”. “Qui c’è una realtà importante – dice ancora Ussia – e mi dispiace solo che dalla trasmissione non sia venuto fuori nulla di tutto questo. Ha prevalso la volontà di fare vedere solo cose negative. Poi, il donatore della statua, per quello che ne so, è un signore di nome Gallace che vive a Roma e che è solo parente, per quanto mi risulta nemmeno in buoni rapporti, dei Gallace a cui si è fatto riferimento”.
Statua donata da ‘ndrina, sindaco Guardavalle: “sarà rimossa”
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