Nuovo blitz della guardia di finanza negli uffici della commissione tributaria di Catanzaro. Tra gli inquirenti vige il massimo riserbo, ma le perquisizioni disposte dalla procura di Salerno nell’ambito dell’inchiesta “Genesi”, sarebbero state disposte dopo le dichiarazioni del giudice Marco Petrini, già presidente della seconda sezione della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro e presidente della commissione tributaria provinciale. Petrini, arrestato lo scorso 15 gennaio e scarcerato il 12 febbraio, ha ammesso ai magistrati di Salerno diversi illeciti commessi . Sentenze aggiustate in cambio di denaro, favori e beni di varia natura. Ma il sistema corruttivo potrebbe coinvolgere anche altri magistrati. Le dichiarazioni di Petrini e del faccendiere Emilio Santoro, ex dirigente dell’Asp di Cosenza, arrestato nell’ambito dell’inchiesta, hanno svelato nuovi scenari. Santoro ai magistrati ha raccontato di aver pagato il giudice Petrini in cambio di “aggiustamenti” di sentenze o altre richieste relative alle attività della commissione provinciale tributaria. E somme di denaro sarebbero state consegnate o promesse anche ad altri magistrati sia in relazione a processi penali che a causa tributarie. Lo stesso Petrini, sempre in sede di interrogatorio, ha fatto riferimento ad una serie di episodi corruttivi. Dichiarazioni al vaglio degli inquirenti . Vanno avanti dunque le indagini della procura di Salerno sui presunti casi di corruzione giudiziaria. L’inchiesta non è affatto conclusa e presto potrebbero esserci altri clamorosi sviluppi
Catanzaro, blitz della finanza in commissione tributaria
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