Corte dei Conti, inaugurato anno giudiziario a Catanzaro.

Rosalba Baldino

In materia di sanità quest’anno gli accertamenti e le citazioni della magistratura contabile calabrese arrivano a circa 65 milioni di euro, “cioè i due terzi del disavanzo sanitario accertato nel 2020 dal tavolo tecnico che non è un dato certo, perché come sappiamo mancano alcuni dati come l’Asp di Reggio Calabria, però questi pagamenti ultronei ammontano praticamente ai due terzi di tutto disavanzo sanitario ad oggi accertato”. Il dato è emerso in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2022 della sezione regionale della Corte dei conti per la Calabria

Nel 2021 la sezione regionale della Corte dei Conti per la Calabria ha pubblicato 460 provvedimenti di cui 51 sentenze in materia di responsabilità ha messo in evidenza il presidente Luigi Cirillo che ha rilevato anche l’insufficienza del personale di magistratura “dovuta – precisa la relazione – sia a cause contingenti che a trasferimenti”. Secondo quanto illustrato, le domande della Procura regionale hanno avuto ad oggetto un vario quadro di fattispecie di danno alla pubblica amministrazione. Particolare riferimento è stato fatto sia dal presidente che dal procuratore Maria Rachele Anita Aronica, all’articolo 21 del decreto semplificazioni “che – scrive Cirillo – ha sostanzialmente ridotto l’ambito della responsabilità amministrativa dei pubblici dipendenti, limitata per tutto il periodo emergenziale ai soli casi di dolo, prevedendo uno ‘scudo’ per qualsivoglia condotta dannosa commissiva”.
Le denunce sono quasi quattromila con un tasso di accoglimento da parte della Procura di oltre l’81%. Le attività delegate dalla Guardia di finanza sono state di oltre 62 milioni di euro e le denunce di oltre 38 milioni di euro. In materia di sanità, in particolare, si assiste ancora al pagamento con lo strumento della cessione di credito “per crediti che però – ha spiegato Aronica – o non esistono o sono stati già saldati o comunque sono sovrastimati. Parliamo di svariati milioni di euro, per gli interessi derivanti da decreti posti alle aziende sanitarie e non pagati anche dopo il passaggio in giudicato per cui si arriva alla nomina del Commissario ad acta e al pagamento, si parla di milioni di euro”.

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