A seguito del risolutivo impulso dato dal Sindaco Franz Caruso, sono arrivati a Cosenza, al Museo dei Brettii e degli Enotri, i reperti archeologici di proprietà dello Stato rinvenuti dagli anni ’80 in poi nel centro storico della città. In particolare, si tratta di quelli provenienti dai siti di Piazza Toscano, vico S. Tommaso, Palazzo Sersale, Biblioteca Nazionale e del Convento dei Cappuccini.
In occasione dell’allestimento del 2009, era giunta presso il Museo cosentino solo una piccolissima parte di oggetti rinvenuti nell’area urbana cittadina, prima in prestito, poi in deposito, a seguito della Convenzione sottoscritta nel 2010 tra il Comune di Cosenza e l’allora Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria. Ora, finalmente, tutti i materiali conservati al Museo Nazionale della Sibaritide, fino a qualche anno fa Ufficio scavi dell’intera provincia di Cosenza, ritornano nella città in cui sono stati ritrovati.
Questo trasferimento rappresenta un evento epocale al quale hanno dato un contributo decisivo il dott. Fabrizio Sudano, già Direttore della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della provincia di Cosenza, e il dott. Filippo Demma, Direttore del Parco Archeologico di Sibari e della Direzione Regionale Musei Calabria, che con grande disponibilità e lungimiranza hanno accolto la nuova richiesta da parte del Comune di Cosenza. Lo studio di questi reperti, insieme a quelli già conservati presso il Museo archeologico cosentino, consentirà, salvaguardando l’unitarietà dei contesti archeologici, la ricostruzione, quanto più possibile completa, delle aree archeologiche della città e del suo comprensorio, dando alla comunità cosentina e al pubblico tutto, la possibilità di riappropriarsi, attraverso il patrimonio culturale del Museo cittadino, della sua identità e della memoria storica del suo territorio.
Soddisfazione è stata espressa dalla direttrice del Museo, Marilena Cerzoso, che in questi anni non ha mai perso di vista l’obiettivo di far giungere a Cosenza i materiali conservati a Sibari, nella convinzione che la collezione di un Museo civico debba riflettere il più possibile il patrimonio culturale della comunità dalla quale essa proviene, che ha diritto di fruirne. “Questa acquisizione – ha sottolineato Marilena Cerzoso – segna il superamento degli steccati della proprietà legale dei reperti e delle competenze dei vari Enti, e, in un momento storico in cui è ormai realtà il Sistema Museale Nazionale voluto dalla Riforma del Ministero della Cultura, in cui confluiscono istituzioni museali di enti proprietari diversi, risponde all’obiettivo comune di valorizzare il patrimonio culturale del territorio”.
Del resto il Museo dei Brettii e degli Enotri ha da sempre auspicato e praticato rapporti di collaborazione con gli Enti periferici del Ministero della Cultura, con cui si intende ora rafforzare il dialogo anche grazie a queste nuove acquisizioni. Infatti l’obiettivo è quello di creare un gruppo di lavoro, che sarà oggetto di una prossima convenzione tra il Comune di Cosenza, la Soprintendenza locale e il Parco archeologico di Sibari, per approfondire gli studi sulle aree archeologiche della città di Cosenza, coinvolgendo anche l’Università della Calabria, con il conseguente ampliamento dell’allestimento e dell’offerta museale, mettendo così sempre più in collegamento il Museo dei Brettii e degli Enotri con le aree archeologiche del centro storico e permettendo l’avvio di diverse attività collaterali ad esso connesse. Il trasferimento a Cosenza di questi reperti, inoltre, arriva proprio nel momento in cui l’Amministrazione comunale sta programmando diversi interventi di riqualificazione e valorizzazione del centro storico di Cosenza, nei quali il Museo dei Brettii e degli Enotri ben si inserisce soprattutto nel realizzare la sua missione di conoscenza, di tutela e di educazione permanente al patrimonio archeologico del territorio.