Cosenza, crisi degli oppiacei e terapia del dolore

Isabella Roccamo

Davanti ad una platea gremita di medici, rappresentanti istituzionali e autorità, si è conclusa, con la Lettura magistrale del prof. Giustino Varrassi, la prima giornata del congresso nazionale: “Meet expert on innovative pain therapy.” Dopo gli indirizzi di saluto del Vescovo, mons. Francescantonio Nolè, del Procuratore della Repubblica, dr. Mario Spagnuolo, del Presidente della Provincia, Franco Iacucci – sono intervenuti anche in rappresentanza del Prefetto, la dott.ssa  Rachele Celebre,  dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, il dr.   Gianfranco Scarpelli e in rappresentanza dell’Ordine Provinciale dei Medici, la dott.ssa Agata Mollica, i lavori della sessione accademica sono stati introdotti dal dr. Francesco Amato, responsabile scientifico del congresso e direttore della UOC  Terapia del dolore dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Amato, che ha illustrato lo scenario epidemiologico del dolore su scala internazionale, ha esordito tracciando la geografia di un patologia, sempre più diffusa.  “Su scala europea, si stima, che siano 120 milioni le persone affette da dolore – ha evidenziato Amato- di cui il 90 % appartiene alle terre della povertà. Aree in cui mancano i presidi sanitari essenziali ed in cui una errata percezione della sofferenza, genera disfunzioni e aberrazioni.  Il 16% di questi pazienti chiede il suicidio e il 42% va incontro a depressione”.Il responsabile scientifico ha inoltre sottolineato che “c’ è  l’esigenza di rivedere la programmazione sanitaria nazionale, intensificando le misure e gli interventi mirati alla lotta alla sofferenza, alla promozione del benessere diffuso, al fine di garantire l’equità  di accesso alle cure e alla salute”.Di stretta attualità l’intervento del Procuratore Spagnuolo, all’indomani dell’operazione “Ricettopoli” che ha portato, nelle scorse settimane, all’individuazione di un circuito illegale di smercio di farmaci oppioidi. “L’abuso degli oppioidi è un problema – ha detto il Procuratore della Repubblica – che lega il mondo del diritto, il mondo della scienza e della medicina”. E cita la sentenza di un giudice americano dell’Oklahoma  che condanna la Johnson & Johnson, la multinazionale statunitense che produce farmaci, prodotti per l’igiene e la cura del corpo e apparecchiature mediche, a pagamenti per 572 milioni di dollari “ritenendola responsabile di aver dato vita a campagne di marketing ingannevoli che hanno portato i medici a prescrivere farmaci a base di oppioidi più del dovuto e messo così a repentaglio la salute dei pazienti. “C’è un problema che è tutto vostro – ha proseguito il Procuratore, rivolgendosi alla platea di medici –  quello cioè di saper calibrare la terapia avendo come punto di riferimento la salute del malato e non le pressioni dell’industria farmaceutica”.Il prof Varrassi,  presidente del WIP –  Word Institute of Pain – impegnato in prima linea nella terapia del dolore dagli anni 70’, ha affrontato “La crisi degli oppiacei” in un excursus storico della nascita della terapia del dolore e dell’evoluzione mondiale dell’ utilizzo dei farmaci a base di oppioidi. “Il boom di prescrizioni di oppioidi esplode agli inizi degli anni 2000, soprattutto negli Stati Uniti. La popolazione americana consuma l’80% degli oppioidi prescrivibili nel mondo. Il Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie stima che, ogni giorno, quasi 4mila persone  iniziano una terapia con farmaci oppiacei prescritti per motivazioni non mediche”.

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