Estorsioni e raggiri a anziani, sgominata banda internazionale

Red

Un’associazione a delinquere finalizzata al compimento di gravi reati come la circonvenzione di persone incapaci, estorsione, ricettazione e riciclaggio dei proventi illeciti è stata sgominata dai carabinieri del reparto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria e dall’Europol, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip, su richiesta della Procura di Locri, nei confronti di 16 persone. Per dieci è stato disposto il carcere mentre 6 sono stati posti ai domiciliari. Il blitz è scattato in Italia, Romania, Olanda e Germania.

In provincia di Reggio Calabria sono state eseguite tre ordinanze di custodia cautelare. Le forze di polizie dei rispettivi Paesi hanno eseguito 13 mandati di arresto europeo. Il vertice dell’organizzazione si trova in Romania, con basi operative in Calabria e, in particolare, nei territori di Reggio e dei Comuni di Bianco, Melito di Porto Salvo, Siderno, Rosarno, Bovalino. L’organizzazione aveva un’articolazione anche in Sicilia, nel Comune di Milazzo.

Le vittime erano anziani tra i 70 e i 90 anni che spesso versavano in condizione di solitudine. Anziani che venivano indotti o costretti, con raggiri o minacce, a cedere cospicue somme di denaro. Soldi che venivano consegnati a giovani donne, che provvedevano poi a rimetterle ai vertici dell’organizzazione delinquenziale. L’operazione, denominata “Transilvania”, è nata da un’attività d’indagine avviata nel 2018 dopo la denuncia sporta da un anziano originario di un paese della Locride. Ai Carabinieri aveva segnalato di essere stato circuito da una giovane donna di nazionalità romena la quale, fingendosi innamorata di lui, lo aveva indotto, nell’arco di un anno, a consegnarle, attraverso dazioni dirette di danaro contante e versamenti tramite “Money Transfer” all’estero, la somma complessiva di 20.000 euro.

Secondo gli investigatori, i proventi illeciti raccolti dagli indagati sarebbero circa un milione di euro, di cui 179.000 euro
sarebbero stati tracciati, mediante il trasferimento in Romania. Le complesse indagini dei carabinieri e dell’Europol sono consistite in accertamenti di natura finanziaria, intercettazioni telefoniche, videoriprese, audizione delle persone offese e di altre informate sui fatti.

Sono 59, complessivamente, gli indagati dell’inchiesta. Ognuno aveva un compito ben definito all’interno della rete ai cui vertici c’erano due coniugi originari di Bistriţa-Năsăud, in Romania. L’associazione si sarebbe avvalsa di giovani donne che, appositamente addestrate ed agendo singolarmente, dopo aver selezionato con attenzione le proprie potenziali vittime, generalmente uomini anziani di età compresa tra i 70 ed i 90 anni, attraverso modalità di circonvenzione ricorrenti, inducevano questi al versamento di cospicue e continue somme di danaro, fino a mille euro per singola transazione, che venivano ceduti dalla vittima direttamente nella mani della truffatrice, oppure bonificati ai vertici della banda in Romania. L’approccio consisteva solitamente con la scusa di vendere oggettistica di esiguo valore come accendini e fazzoletti. Da lì seguiva la fase di “adescamento”, nel corso della quale le giovani donne, approfittando delle condizioni di solitudine e vulnerabilità delle vittime, si dichiaravano infatuate di quest’ultime, nonché bisognose di denaro, adducendo nella maggior parte dei casi fittizi problemi di salute personali o dei propri familiari residenti, in particolare, nell’area esteuropea.

Sono circa una quindicina le vittime accertate nell’arco temporale coperto dall’inchiesta. Dalle indagini è emerso che non c’era solo la circonvenzione di anziani come metodo per raggirarli e costringerli a consegnare denaro alle donne romene. Il “modus operandi” dell’organizzazione di natura transfrontaliera prevedeva anche le minacce che, in alcuni casi, si trasformavano in vere e proprie estorsioni allorquando la vittima, accortasi della spirale nella quale era incappata, decideva di non elargire nuove somme, per poi essere ricattata dietro l’intimidazione di rivelare la relazione clandestina ai familiari o all’eventuale coniuge nel caso in cui fossero cessati i versamenti. A conferma della spregiudicatezza dei componenti dell’organizzazione c’è un episodio consumato nel dicembre del 2018, quando i Carabinieri della stazione di San Luca hanno sottoposto a fermo due donne, successivamente condannate e tutt’ora ristrette in carcere. Avevano rapinato l’abitazione di un settantasettenne precedentemente circuito, non prima di avergli somministrato una dose quasi letale di valium, causando all’uomo, nei giorni successivi all’evento, ben due infarti.

In altre due occasioni, nel dicembre 2018 e nell’aprile 2021, i Carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato due donne nel momento in cui queste riscuotevano i soldi oggetto di richiesta estorsiva conseguente alla ribellione da parte delle proprie vittime, le quali si vedevano costrette a pagare nuove somme affinché non venisse rivelata ai familiari la relazione. Nell’ottobre 2018, invece, a Grotteria, in provincia di Reggio Calabria, un uomo di quasi 90 anni è stato condotto in un’abitazione privata in uso alla propria adescatrice, dando così il tempo ai complici della donna di sottrargli il portafoglio dall’auto. Gli indagati facevano rientro periodicamente in Romania per ridefinire le strategie operative e spartirsi i proventi delle condotte illecite. Il carattere transnazionale dell’organizzazione ha fatto emergere la necessità per gli investigatori di avviarne il monitoraggio degli spostamenti tramite i canali di cooperazione internazionale di polizia. Lo sforzo sinergico tra le articolazioni territoriali dei Carabinieri della provincia di Reggio Calabria ed Europol ha consentito la localizzazione di 16 soggetti destinatari di misura cautelare, 13 dei quali individuati tra la Romania, la Germania e l’Olanda.

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