Fuga dalla Calabria, i racconti di chi parte

Gianluca Pasqua

Come ogni anno migliaia di persone lasciano la Calabria dopo aver trascorso il periodo festivo con le proprie famiglie per raggiungere i luoghi di studio o lavoro. Per tanti questo esodo è una sconfitta per la Calabria e il Sud, aree dove a molti è precluso immaginare un futuro, per altri, che non condividono il clamore mediatico, è un fenomeno più che naturale, ma c’è chi ha provato a dar voce a chi ha preso o prenderà i bus lasciando affetti e rinunciando a vivere lì dove ha le proprie radici e le testimonianze, raccolte dal Comitato Stutamoli Tutti, non sono proprio entusiastiche.
Abbiamo letto alcuni di questi racconti ed estrapolato delle frasi che sintetizzano gli stati d’animo di chi parte:

“Ogni volta la stessa storia, nodo in gola e gli occhi che si riempiono di lacrime. Ti eri fatto la promessa di non piangere di essere forte.
Fai due battute e fingi di essere felice di tornare nella gelida Milano”.

“Otto anni che faccio la spola tra Nord e Sud vedendo un’evoluzione allucinante del numero di persone che lasciano la propria terra e la propria famiglia. Valigie pesanti così come lo sarà il nostro viaggio”.

“Sono in fila per prendere un aereo che mi porterà ancora una volta a mille chilometri da casa. Da tre anni vivo a in provincia di Mantova, anzi sarebbe meglio dire sopravvivere perché vivere è un’altra cosa”.

“Proprio ieri sera ho intrapreso il viaggio di sola andata per Milano con le lacrime agli occhi salutando parenti, genitori e ragazza”.

Ci sono tanti giovani, ma anche over 40 e 50 che sono stati costretti ad inventarsi una nuova vita…

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