Si celebra oggi la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione “al fine di conservare e di rinnovare la memoria di quanti hanno perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro Paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria” come recita la legge istitutiva. Una ricorrenza nata in ricordo della strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013 in cui persero la vita 368 migranti. Franco Iacucci Vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria sottolinea che “Le immagini di quel naufragio sconvolsero il mondo intero e ci costrinsero a fare i conti con un dramma che non si arresta. Da allora ad oggi non si sono certo fermate le traversate della speranza e non sono mancate le vittime: secondo i dati dell’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, da quel giorno a oggi nel Mediterraneo sono morti o risultano dispersi oltre 22.000 migranti.
Il Mediterraneo continua ad essere la tomba della civiltà come nei tempi antichi ne fu la culla, da crocevia di grandi civiltà è oggi l’ultima speranza di migliaia di uomini, donne e bambini in cerca di una vita migliore. In questi anni altre tragedie, a cominciare dal covid, si sono sovrapposte mediaticamente alla strage quotidiana di migranti eppure non possiamo e non dobbiamo ignorare questi numeri. L’Italia e l’Europa devono farsi carico di una soluzione decisa che tuteli la vita umana innanzitutto. E ciò va fatto insieme, con la stessa determinazione usata contro l’aggressione vile e violenta di Putin all’Ucraina, al di là dei colori politici e delle ideologie, con una soluzione condivisa da tutti gli Stati europei e un piano strategico di medio e lungo periodo. D’altra parte -continua Iacucci – le immagini e le notizie che giungono in questi giorni dall’Iran sono la dimostrazione di come la vita umana sia considerata davvero ben poca cosa in alcune parti del mondo non tanto lontane da noi.
Secondo la Ong Iran Human Rights almeno 92 persone sono state uccise durante la repressione delle proteste in Iran dopo la morte della giovane Mahsa Amini colpevole di non aver voluto indossare il velo.
Finchè nel mondo esisteranno paesi in cui alle donne è vietato finanche cantare, ci saranno sempre madri che preferiranno affidare i loro figli a qualche barca nel Mediterraneo sperando di dare loro una speranza di futuro. È una sfida enorme ma questa sfida è la cifra della nostra civiltà. E da questi giovani che non si arrendono e che stanno riempiendo le piazze di tutto il mondo -conclude – viene l’omaggio migliore ai 368 migranti morti quel terribile 3 Ottobre e per noi una lezione di coraggio”.
Iacucci, giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione
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