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“Nonostante le lotte fatte per avere un contributo aggiuntivo di 20 milioni di euro, con il riconoscimento degli ex Lpu da parte del Ministero competente, e per vedere riconosciuta la quota Regionale, utile per arrivare ad un contributo complessivo di 18.000 euro da destinare ad ogni lavoratore in utilizzo fino a quiescenza dello stesso lavoratore, ancora ad oggi molti amministrazioni che utilizzano ex Lsu/Lpu non hanno provveduto all’aumento contrattuale”. Lo si legge in una nota firmata dal Segretario Generale della UIL Calabria, Santo Biondo, e dal Segretario Generale UILTEMP, Oreste Valente.
“Questo non è accettabile in una situazione economica sempre più grave, dovuta al protrarsi degli effetti della pandemia che si sommano a quelli di una guerra alle porte dell’Europa, che penalizza soprattutto queste famiglie per la maggior parte monoreddito. Evidentemente, – si legge nella nota -questi amministratori sono poco sensibili alle problematiche dei lavoratori, che da anni fanno andare avanti la macchina amministrativa degli enti locali presso i quali prestano la loro opera professionale, nella maggior parte dei casi offrendo i servizi minimi necessari alle nostre comunità”.
“Ed è per questo che invitiamo, ancora una volta ed a gran voce, tutte le Amministrazioni che ancora non hanno provveduto ad aumentare le ore ai lavoratori a farlo nel più breve tempo possibile, per evitare – si legge ancora – che vadano disperse le risorse aggiuntive messe a disposizione dallo Stato e dalla Regione, ma anche integrando le stesse con fondi comunali, laddove possibile. Occorre dare dignità economica a questi lavoratori che da più di venti anni prestano servizio negli enti locali. In questa ottica, poi, è positiva la delibera della giunta regionale che mette 30 milioni di euro per la proroga dei Tis. Adesso, però, è determinante trovare una soluzione definitiva per uscire da questo lungo periodo di precarizzazione del lavoro”.
“L’obiettivo della nostra organizzazione – conclude la nota – è stato sempre quello di fare avere loro un contratto full-time e continueremo ad impegnarci fino a raggiungere l’obiettivo, al fine di fare ottenere il giusto riconoscimento a questa categoria di lavoratori che per molti anni ha dovuto lottare per vedere riconosciuti nient’altro che i propri diritti essenziali”.