A Riace non ci sono state truffe, né ruberie, né matrimoni di comodo. La Cassazione demolisce l’impianto accusatorio nei confronti del sindaco sospeso Mimmo Lucano e ordina ai giudici di Reggio Calabria di valutare nuovamente se protrarre o meno il divieto di dimora. Le motivazioni della sentenza della Suprema Corte sono state rese note a pochi giorni dall’udienza davanti al Gup di Locri. Domani Lucano saprà se dovrà affrontare il processo. Sono dunque ore d’attesa per il sindaco sospeso della cittadina diventata simbolo dell’accoglienza dei migranti. Sotto inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, presunti illeciti nell’affidamento degli appalti per la differenziata, Lucano adesso, dopo la sentenza della Cassazione, incassa una prima, parziale, ma significativa vittoria. “Dopo un lungo inverno – ha commentato- finalmente un po’ di luce”. Una vicenda iniziata il 2 ottobre scorso quando è finito ai domiciliari. Poi, dopo 14 giorni, il riesame ha disposto il divieto di dimora e così il sindaco ha dovuto lasciare la sua Riace. Lucano si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa quando riferendosi al Ministro Salvini dice: “Noi ci difendiamo nel processo e non dal processo”. Ancora Lucano non può tornare nella sua Riace, bisognerà aspettare un nuovo Riesame, ma dice: “Ora mi aspetto con tutto il cuore che il divieto di dimora possa cadere e che sia fatta giustizia”.
Lucano: Auspico sia fatta giustizia
485
articolo precedente