Un blitz dei Carabinieri tra Sicilia e Calabria ha consentito di smantellare un’organizzazione criminale che faceva capo al clan dei “barcellonesi”, storicamente radicato a Barcellona Pozzo di Gotto. I militari hanno arrestato 81 persone, 54 finite in carcere e 27 ai domiciliari. Per altre 5 è scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le accuse sono di associazione di tipo mafioso, estorsione, scambio elettorale politico mafioso, trasferimento fraudolento di valori, detenzione e porto illegale di armi, incendio, traffico di sostanze stupefacenti e sfruttamento della prostituzione, con l’aggravante del metodo mafioso.

Il blitz è il risultato di un’attività investigativa, partita nel 2018 e coordinata dalla Procura Distrettuale di Messina, che ha svelato come ci sia stato, negli anni, un costante tentativo di infiltrazione nelle attività imprenditoriali, soprattutto nel settore della commercializzazione di prodotti ortofrutticoli e nel business dei locali notturni. Il clan imponeva alle discoteche, con intimidazioni, i servizi di sicurezza e interveniva per condizionare i titolari dei locali nella gestione delle loro attività.

I boss avevano anche cercato contatti con imprenditori e politici locali per creare una rete che ottenesse appalti legati all’ecobonus 110%. Secondo gli inquirenti, sarebbero state create le basi per una vera “rete commerciale” a cui affidare il compito di segnalare gli edifici su cui effettuare i lavori di ristrutturazione edilizia e di efficientamento energetico.

Dalle indagini è emerso che il clan aveva la disponibilità di molte armi, anche da guerra, con cui si minacciavano gli esercenti commerciali, ai quali si chiedeva il pizzo, come da tradizione, durante le festività di Pasqua, Natale e Ferragosto. Ai “barcellonesi”, inoltre, facevano capo un grosso traffico di droga, fornita dalle cosche calabresi, una rete di bische clandestine e il controllo della prostituzione.