Cinquantatré condanne e 5 assoluzioni: è la sentenza emessa dopo 4 giorni di camera di consiglio dal Gup di Reggio Calabria nel processo in abbreviato “Epicentro”.
Tra gli imputati ci sono presunti boss e gregari delle principali famiglie mafiose della città per i quali la Procura di Reggio aveva chiesto quasi 800 anni di carcere. Associazione mafiosa, estorsioni e danneggiamenti le principali accuse contestate a esponenti delle cosche De Stefano-Tegano-Molinetti, Libri, Condello, Barreca, Rugolino, Ficara, Latella e Zito-Bertuca. Nato da tre inchieste, “Malefix”, “Metameria” e “Nuovo corso”, il maxi-processo “Epicentro” è la prosecuzione dei processi “Olimpia” e “Meta”. Dalle indagini è emersa una ‘ndrangheta “destefanocentrica”. La cosca di Archi per la Dda è “la più potente e autorevole, quella di fronte alla quale tutti alla fine fanno un passo indietro”. Stando ai pm a Reggio si è concretizzata “la definitiva ed unitaria sinergia tra famiglie mafiose a prescindere dalle contrapposizioni e dalle divisioni del passato”. In 2 memorie depositate si legge che “gli imputati hanno scientemente alimentato il perverso circuito mafioso che da decenni funesta il territorio reggino, soffocato dal clima di omertà e reticenza e limitato nella crescita economica per effetto del sistematico ricorso alla pratica del racket”.
‘Ndrangheta: 53 condanne nel processo “Epicentro”
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