Ha reso dichiarazioni spontanee dal carcere di Melfi in videocollegamento con l’aula bunker di Lamezia Terme, l’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli, imputato nel maxiprocesso Rinascita Scott che si sta tenendo dinanzi al tribunale di Vibo Valentia e in cui è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e rivelazione di segreti d’ufficio.
“Non ho scritto ad alcuno nel tentativo di avvelenare i pozzi, ma solo per denunciare il trattamento subito dal Paese che ho servito per anni. Non sono un folle immaginario – ha dichiarato Pittelli – e le mie parole saranno pietre in questo processo”.
Pittelli ha quindi spiegato perché ha scritto dagli arresti domiciliari una lettera al ministro Mara Carfagna, con il tribunale di Vibo che l’ha rispedito proprio per questo in carcere. “Non capisco – ha dichiarato Pittelli – perché lo stesso tribunale si ritiene potenziale vittima di un inquinamento”.
Pittelli ha quindi rivelato di aver indicato lui nel 2000 la figura del magistrato Giuseppe Chiaravalloti quale presidente della Regione Calabria per il centrodestra. Accuse di Pittelli anche nei confronti di Luigi De Magistris, all’epoca pm a Catanzaro ed indicato come uno dei suoi persecutori “per reati inesistenti”. Non sono infine mancati riferimenti ad un “progetto politico per la Calabria” che avrebbe coinvolto, secondo Pittelli, pure un vescovo ed un giornalista scomparso da qualche anno.