La Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro ha assolto Domenico Mignolo dall’accusa di omicidio volontario. Tutto era contro di lui, fino a poco tempo fa, quando l’accusa sosteneva che fosse proprio lui il killer di Antonio Taranto, ucciso nel marzo del 2015 al culmine di una lite, in via Popilia, a Cosenza.
Per Domenico Mignolo era stata chiesta la condanna a 16 anni. Invece è stato, appunto, assolto. Ed è stato assolto anche il cosentino Leonardo Bevilacqua, accusato di favoreggiamento. Sette anni fa, secondo la ricostruzione dell’accusa, Mignolo avrebbe sparato dal balcone della sua abitazione. Avrebbe centrato, in realtà la persona sbagliata. Perché, sempre secondo l’accusa, il vero obiettivo sarebbe stato Leonardo Bevilacqua. E questo perché Mignolo era arrabbiato perché gli era stato “sospeso”, per così dire, lo stipendio da parte del clan mentre lui era in carcere.
A far aumentare la tensione veniva citata una lite precedente, avvenuta in discoteca tra il presunto assassino e Bevilacqua. Taranto sarebbe stato del tutto estraneo ai fatti. Al ritorno dal locale, in una piazzetta di via Popilia, Mignolo sarebbe salito a casa e avrebbe iniziato a sparare nel buio contro il gruppetto di persone che erano sotto casa sua, colpendo a morte Taranto che, ferito, ha provato ad entrare nell’atrio di uno stabile per ripararsi. Adesso arriva l’assoluzione per Mignolo.