Sanità, Laghi: Serve nuovo piano regionale

Isabella Roccamo

«Partire dall’esperienza del passato per non commettere gli errori organizzativi che segnano da troppo tempo la sanità calabrese. Ma soprattutto offrire ai cittadini una sanità efficace che vuole dare salute alle popolazioni ed essere vicina ai bisogni dei territori». Questo l’obiettivo che si prefigge Ferdinando Laghi, consigliere regionale del gruppo “De Magistris presidente”, con la sua proposta di un nuovo piano sanitario regionale territoriale. Piano che questa mattina, con una manifestazione pubblica, ha presentato davanti all’ospedale di Castrovillari. Un piano sanitario regionale che propone sostanzialmente il ritorno alle 11 Asl. «Dopo 15 anni dagli sciagurati accorpamenti che hanno dato origine alle Asp – ha sostenuto – abbiamo visto che questi accorpamenti sono fallimentari». Laghi ha motivato la sua proposta sostenendo di voler «portare la sanità vicino alle popolazioni e alle comunità e permettere il ruolo di partecipazione democratica dei cittadini, delle parti sociali e delle istituzioni locali. Un ritorno a un modello che certamente ha funzionato meglio rispetto a quello attuale Un sistema che al netto dei conti fatti potrebbe avere un incremento di spesa davvero risibile, ampiamente bilanciato dal sicuro miglioramento dell’offerta sanitaria». Una proposta che il consigliere regionale di “De Magistris presidente” ha già inoltrato al presidente della Regione Roberto Occhiuto, in qualità di commissario alla Sanità regionale, e al commissario dell’Asp Vincenzo La Regina. Per Laghi le Asp, facendo l’esempio di quella di Cosenza che copre il 40% della popolazione calabrese con territori orograficamente distinti e distanti, «sono ingovernabili. Da anni in Calabria – ha aggiunto – la programmazione sanitaria è assente e l’emergenza Covid l’ha dimostrato e ha dato un colpo a un sistema già zoppo e mal funzionante. Per questo bisogna ricostruire l’assetto organizzativo e costruire la nuova casa della sanità calabrese partendo dall’esperienza. Si centralizzino i costi delle attrezzature ma il governo della sanità – ha concluso Laghi – deve tornare a essere in connessione con gli operatori, le istituzioni».

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