Spari in centro sociale a Catanzaro, indagano i carabinieri

Rosalba Baldino

Un colpo di pistola è stato esploso nella serata di ieri, a scopo intimidatorio, contro la sede del Centro sociale di Aranceto, struttura che opera nell’omonimo quartiere difficile alla periferia sud di Catanzaro, che fa capo al Centro calabresi di solidarietà. A rendere noto l’episodio è stata la presidente del Centro, Isolina Mantelli che ha presentato una denuncia ai carabinieri che hanno avviato le indagini per risalire al responsabile.

“Eravamo consapevoli – ha detto la presidente Mantelli – di essere una spina nel fianco. Di dare fastidio, ma non fino a questo punto. Da anni indirizziamo la nostra attività, consapevole e appassionata, a sostegno delle bambine e dei bambini di ogni fascia sociale ed etnia, convinti che la partecipazione e l’istruzione siano strumenti privilegiati per favorire l’inclusione sociale. Continuiamo a farlo, da anni, anche nel quartiere Aranceto attraverso progetti come ‘Vicino a te’, finanziato dall’impresa sociale ‘Con i bambini’ proprio a contrasto delle povertà educative”.
“Un colpo di pistola esploso, a quanto pare, da un minore – prosegue Mantelli – che dopo essere entrato nella struttura del Centro sociale è scappato, scavalcando il recinto. Perché la nostra attività si rivolge ai più piccoli per toglierli dalla strada, per fargli capire come c’è una strada diversa dalla delinquenza, che l’istruzione è l’unica via di salvezza al destino segnato di una vita spesa nell’illegalità, dà fastidio ai grandi: agli adulti che vogliono condannare i propri figli ad una esistenza fatta di degrado sociale e galera. Quel bossolo rimasto inesploso nel cortile del centro sociale dove poche ore prima bambini e bambine ridevano insieme senza diseguaglianze, con le stesse opportunità e gli stessi diritti ad un futuro migliore, è il chiaro segno che i progetti del Centro calabrese di solidarietà sono un pericolo per quanti difendono lo status quo del quartiere zona franca della criminalità organizzata, nelle mani di pochi che non vogliono far entrare un raggio di sole di cambiamento e speranza. Quel colpo di pistola è un atto intimidatorio che non ci spaventa”.

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