Era il 22 ottobre del 2013. Il corpo carbonizzato di Giuseppe Cricrì, 48enne di Melicuccà, ex candidato a sindaco del comune di Dinami nelle amministrative di 6 anni fa, venne rinvenuto nella sua auto, in località “Boschetto”, zona periferica e isolata. Per quell’atroce delitto vennero arrestati Liberata Gallace, 53 anni di Gerocarne, con la quale Cricrì aveva interrotto una relazione sentimentale, e il nuovo compagno della donna Fiore D’Elia, 65 anni. Oggi i due sono stati condannati dalla Corte d’Assise di Catanzaro a complessivi 46 anni di carcere, per l’esattezza a 24 anni Liberata Gallace e a 22 Fiore D’Elia. Le accuse sono di omicidio, distruzione e soppressione di cadavere. La Procura di Vibo Valentia aveva chiesto 21 anni di carcere per Liberata Gallace e 16 anni per Fiore D’Elia. Un movente passionale alla base dell’orrendo delitto. Secondo l’accusa a ideare l’omicidio sarebbe stata la donna. Con l’aiuto del suo nuovo compagno, avrebbe attirato
la vittima in un luogo isolato. Cricrì venne colpito a morte . Poi il suo corpo venne caricato in auto e bruciata. Nell’omicidio era coinvolto anche il figlio della Gallace, il quale al termine del processo con rito abbreviato era stato condannato a 30 anni di reclusione, ridotti in seguito a 14 anni dai giudici della Corte d’Appello
Ucciso e poi bruciato, condanne pesanti per l’omicidio Cricrì
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