Lo “scacco al cavallo” porta altri quattro arresti

Gianluca Pasqua


Nelle immagini riprese durante le indagini che hanno portato, nel novembre 2018, a emettere misure cautelari all’indirizzo di 18 persone si vede una donna che aveva subito il furto dell’auto piangeva al cospetto degli autori del reato che le stavano chiedendo una somma superiore alla propria pensione per ottenere la restituzione del mezzo. Uno dei tanti ricatti posti in essere con il collaudato sistema del cavallo di ritorno e svelati dall’operazione “scacco al cavallo”. Quella operazione aveva lasciato in sospeso alcune posizioni che in questi mesi sono state verificate e cristallizzate nei quattro arresti eseguiti oggi.
I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza hanno arrestato 4 persone – 2 in carcere e 2 ai domiciliari – in esecuzione di un’ordinanza del Gip per ricettazione, furto ed estorsione. L’indagine, condotta dalla Compagnia di Rende e coordinata dalla Procura di Cosenza, è la prosecuzione dell’inchiesta “Scacco al cavallo”, conclusasi nel novembre 2018 con misure cautelari nei confronti di 18 soggetti appartenenti al gruppo dei cosiddetti “Zingari”. In particolare, alla fine del 2018, dopo l’ennesimo furto, la vittima riceveva una telefonata da uno sconosciuto, che, con tono minaccioso, avvertiva che l’auto “era in loro possesso” e per riaverla avrebbe dovuto recarsi in via degli Stadi nel villaggio degli zingari, altrimenti l’avrebbero “smontata”. E’ quindi emersa una rete di furti con richieste estorsive con il metodo del “cavallo di ritorno” gestita da soggetti di etnia rom. Le somme variavano da 200 a 1.500 euro.
 Il cavallo di ritorno è una tecnica molto diffusa, gli autori, tanti e sempre più specializzati, ne mettono a segno un numero spropositato. Tutto fila liscio perché le vittime pur di rientrare in possesso dell’auto pagano senza fiatare. Non sempre per fortuna è così, proprio la collaborazione delle vittime ha contribuito in modo sostanziale alle indagini. Al contrario i soggetti che hanno negato di aver ricevuto richieste estorsive e minacce sono state denunciate per favoreggiamento personale.

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