Mons. Savino: “Aiutiamo le prostitute che vogliono riscattarsi”

Gianluca Pasqua

“A tutte le donne che si prostituiscono o vengono prostituite ripeto che la comunità Cristiana è disponibile a soccorrere chi decide di sottrarsi alla sopraffazione di cui è vittima, spesso inconsapevole, per intraprendere un percorso di riabilitazione sociale. Le istituzioni si attivino contro il fenomeno, assai diffuso nel comprensorio dell’alto Jonio cosentino”. A chiederlo è mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano all’Jonio , con una lettera aperta “agli uomini e alle donne delle Istituzioni”. “Mi rivolgo a Voi – scrive – uomini e donne delle Istituzioni, per richiamare la vostra attenzione sul crescente fenomeno della prostituzione che dilaga nella Piana di Sibari, in particolare sulla SS 106 dove sostano in tutte le ore donne e ragazze anche giovanissime che offrono prestazioni sessuali. Sono, in maggior parte, straniere doppiamente vittime di sfruttamento: oggetti di “tratta” da parte di organizzazioni illegali, vengono oltraggiate nella loro dignità umana cui non riescono a sottrarsi, pur volendo. Non posso tacere, come pastore. Ogni silenzio sarebbe complicità colpevole. Nel Catechismo della Chiesa cattolica, ricorda il vescovo, si legge che “la prostituzione offende la dignità della persona che si prostituisce, ridotta al piacere venereo che procura. Colui che paga pecca gravemente contro se stesso: viola la castità, alla quale lo impegna il Battesimo e macchia il suo corpo, tempio dello Spirito Santo”. Papa Francesco, ricorda poi mons. Savino, durante il colloquio con i giovani al collegio Maria Mater Ecclesiae, a Roma, ha affermato: “La tratta e la prostituzione sono crimini contro l’umanità, delitti che nascono da una mentalità malata secondo cui la donna va sfruttata”.

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