Patrimonio da 120 milioni di euro sequestrato a Roma. Beni intestati ad esponenti di spicco della criminalità organizzata calabrese radicata nella capitale e nel Lazio dagli anni ’80. Il blitz della divisione anticrimine della questura capitolina ha visto impegnati oltre 250 agenti della polizia e 10 questure italiane. Nel mirino degli inquirenti gli esponenti di vertice del gruppo laziale della ‘ndrina Morabito- Mollica- Palamara- Scriva, originaria di Africo. Personaggi ritenuti dagli investigatori di elevato spessore criminale, tre dei quali condannati in via definitiva per associazione di tipo mafioso. L’attività investigativa ha ripercorso la carriera criminale del gruppo: dai sequestri di persona a scopo di estorsione al traffico di armi e stupefacenti fino all’usura e all’intestazione fittizia di beni. Dall’analisi delle posizioni economico patrimoniali, è emersa una notevole sproporzione tra i beni posseduti e redditi dichiarati . Nel corso delle indagini è stato accertato che i membri del sodalizio , anche avvalendosi dell’apporto di competenze istituzionali, professionali e del sistema bancario, avrebbero inquinato l’economia legale. Evidenziata l’infiltrazione in molteplici settori produttivi, come la distribuzione e la vendita all’ingrosso di fiori e piante, legna da ardere, allevamenti di bovini e caprini, bar, gastronomia e commercio di gioielli. Attraverso dei prestanome, inoltre, si sarebbero infiltrati nei settori della grande distribuzione, della panificazione, della vendita di prodotti ottici e dei centri estetici. Tra i beni sequestrati anche 173 immobili tra Roma, Rignano Flaminio, Morlupo, Campagnano Romano, Grottaferrata e in altre province italiane.