Rifiuti, le città calabresi rischiano di essere invase

Gianluca Pasqua

Situazione delicata nelle città calabresi sempre più sporche per la presenza di rifiuti non raccolti. Le ditte che gestiscono il servizio sono state costrette a sospendere i conferimenti per il fermo degli impianti. La crisi potrebbe aggravarsi nelle prossime settimane rendendo invivibili i centri di diverse province. Servono soluzioni drastiche, strategie per il breve periodo e nuovi impianti per il futuro.

Sembra di essere tornati indietro nel tempo, all’epoca dei cassonetti, quando i cumuli di spazzatura invadevano le strade delle città calabresi. Certo, nonostante le scelte della maggior parte delle amministrazioni e l’impegno di tanti cittadini, ci sono ancora sacche di degrado nella nostra Regione, ma quello che si rischia è che sul territorio esploda una crisi mai vista come accadde qualche anno fa in Campania. Pochi sanno i veri motivi della mancata raccolta dei rifiuti, i cittadini che continuano a conferire la spazzatura secondo i calendari previsti spesso ignorano che ormai da giorni la raccolta nel cosentino è sospesa perché è impossibile scaricare la frazione del residuo per il fermo degli impianti. Da lunedì a oggi ad esempio dalla città di Cosenza sono partiti solo tre automezzi che hanno conferito i rifiuti provenienti dall’ospedale, dalle strutture sanitarie e una piccola parte di inorganico. Troppo poco per rendere pulita e accogliente una città che da anni ormai ha sposato un sistema che ha dato risultati più che soddisfacenti. Ma questo a quanto pare è solo l’inizio, perché la situazione potrebbe aggravarsi nelle prossime settimane visto che il problema è risolvibile solo individuando o realizzando ex novo impianti di servizio che accolgano gli scarti di trattamento, entrambe operazioni non semplici, dunque ci attende un periodo complicato.
In attesa del fantomatico ecodistretto della Provincia di Cosenza, di cui tutti hanno bisogno ma che nessuno vuole, una boccata di ossigeno potrebbe aversi se i comuni pagassero puntualmente ciò che devono alle Ato e contestualmente attraverso ordinanze regionali che riaprano discariche oggi inattive.

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