Tre giorni di tempo per racimolare più di 4 milioni di euro da portare nell’assemblea di lunedì pomeriggio e scongiurare una nuova crisi del sistema rifiuti in provincia di Cosenza. Solo il 50% del dovuto al 30 giugno, in virtù dello sconto, diciamo così, applicato dalla Regione all’Ato cosentina che altrimenti avrebbe dovuto versarne oltre 7 di milioni, ossia l’80% del debito totale accumulato dai municipi. Un’apertura che ha consentito l’immediata ripresa dei conferimenti negli impianti. Già ieri alla luce delle novità emerse dalla riunione in Cittadella è ricominciata la raccolta del residuo e questa mattina i mezzi provenienti dai comuni del territorio hanno potuto lasciare il proprio carico. In breve dunque si andrà a regime e, sempre che si riescano a trovare i soldi necessari, ad oggi pare che si sia arrivati a 2 milioni circa, anche questa emergenza sarà scongiurata. Ma fino a quando? Perchè il problema non è certo risolto, solo rinviato. C’è una questione economica che riguarda i costi dello smaltimento, al momento infatti la Regione chiede ai Comuni il pagamento dei servizi sulla base delle tariffe in vigore nel 2018 (presto invece verranno applicate tariffe più elevate) e mancano gli impianti, tanto che i rifiuti calabresi spesso sono finiti fuori regione con costi onerosissimi.Per non parlare inoltre delle basse percentuali di riscossione della Tari da parte dei comuni. La situazione insomma è insostenibile, urge una svolta immediata.
Rifiuti, ok la tregua ma servono soluzioni definitive
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