Le buone notizie non sono mancate durante la conferenza stampa indetta dall’Ato di Cosenza per spiegare lo stato dell’arte della questione rifiuti nel territorio provinciale, ma il buon funzionamento del sistema è subordinato al realizzarsi di alcune condizioni (le solite). Le classiche soluzioni tampone che saranno adottate serviranno a superare, si spera, l’emergenza che si sta vivendo sul territorio e a trascinarsi fino all’estate, poi sarà necessario farsi trovare pronti con le soluzioni a lungo termine: due impianti di trattamento a disposizione, uno ottenuto riqualificando Rossano e l’altro realizzato ex novo, e una discarica di servizio.
Per questi obiettivi sono stati stanziati già dal 2016 43 milioni di euro, ma il problema è trovare il luogo adatto.
Ci penserà il Commissario, l’ing. Ida Cozza che ha individuato 13 siti idonei, tra questi se ne dovrà scegliere uno e vincere le eventuali resistenze delle comunità. Si tratta – è stato detto – di impianti ad impatto zero che permettono di passare da una percentuale di scarto vicina al 90% ad un dieci % di residuo da smaltire in discarica. E’ l’unica speranza, impensabile inviare l’immondizia fuori regione o all’estero.
E poi c’è il problema economico, quello che deriva dall’evasione delle tariffe, dal 30 al 50%, fenomeno che non permette di rendere sostenibile il sistema, e quello derivante dal blocco delle risorse versate al comune capofila Cosenza che ad oggi sono inutilizzabili a causa della procedura di dissesto, in attesa che sia effettivo il commissariamento dell’ente.
Il Presidente dell’Ato ha ricordato anche che adesso i comuni sono responsabili della propria situazione debitoria e in caso di mancato pagamento il servizio di smaltimento viene bloccato.
La situazione resta allarmante dunque… in questi mesi bisognerà fare quello che non è stato realizzato in un decennio… Si riuscirà?